Sarà contenta (forse) la Juventus. Perché, dopo avere visto giocare ieri Milos Krasic con la maglia della Serbia, difficilmente la dirigenza del Cska Mosca riuscirà ad alzare il prezzo del biondo che assomiglia a Pavel Nedved. Per il momento, trattasi di somiglianza fisica e nulla più: con quella zazzera bionda portata a spasso per il campo in modo anarchico e quasi mai concreto, il numero 17 della Serbia ha macinato chilometri senza troppo costrutto, risultando tra i peggiori in campo nella sconfitta accusata dalla sua nazionale contro il Ghana. Prima vittoria africana del Mondiale (1-0) e palla al centro: il gol è arrivato su rigore per merito di Asamoah Gyan, uno che in Italia ci ha vissuto davvero vestendo le maglie di Udinese e Modena salvo poi emigrare in Francia, nel Rennes, dove ha affinato il vizietto di buttarla dentro.
Era una partita zeppa di "italiani" di ieri, oggi e magari domani, Serbia-Ghana. Non tutti se la sono cavata bene, appunto: Krasic - per il quale la Juve aspetta oggi una risposta del Cska all'offerta di 13 milioni fatta nei giorni scorsi, anche se non è escluso un rilancio dell'Inter - ha girovagato di qua e di là facendosi anche parare una sorta di rigore in movimento dall'ottimo Kingson, quando ancora il punteggio era di parità.
Nessun serbo d'Italia ha comunque combinato granché: Stankovic, con quella maglia numero dieci che pesa sempre un quintale, e stavolta magari anche qualcosa di più dal momento che l'interista è diventato il primo giocatore della storia ad aver partecipato a tre Mondiali differenti con altrettante nazionali (Jugoslavia, Serbia e Montenegro, Serbia), ha prodotto un tiretto più o meno innocuo nel primo tempo e stop. L'udinese Lukovic si è fatto cacciare per doppia ammonizione. E l'ex viola Kuzmanovic ha procurato il rigore decisivo con uno sciagurato fallo di mano.
Nessuna traccia nemmeno delle solite scorribande di Kolarov. Meglio i ghanesi, quasi tutti imparentati con l'Udinese: oltre al match winner Gyan, il centrocampista Asamoah, il difensore Mensah (prestato quest'anno al Granada) e addirittura il redivivo Stephen Appiah, più che un giocatore ormai un vero amuleto per la nazionale del suo Paese, visto che è stato convocato nonostante quest'anno abbia giocato solo 113' con il Bologna dopo un paio di stagioni di inattività.
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