Antonio Lodetti
Da tempo non è più soltanto il giovane figlio di Clint; a quasi quarantanni Kyle Eastwood è un contrabbassista jazz di ottima tecnica e suono colorito, che stasera approda al Blue Note di Milano per presentare col suo quartetto lalbum Now. «Le mie radici sono nel jazz - racconta -, non potrebbe essere altrimenti. Papà mi ha sempre fatto ascoltare i suoi dischi, mi ha portato al festival jazz di Monterey a conoscere personalmente Miles Davis e Sarah Vaughan, mi ha insegnato a suonare il boogie al pianoforte e a fare i primi accordi sul basso ». Ma Kyle non vuole vivere allombra del celebre genitore: «Il mio cognome apre molte porte ma rende diffidente la gente; viaggiamo insieme ma su strade diverse e devo guadagnarmi doppiamente ciò che faccio». E lo fa ispirandosi alla grande tradizione blues, jazz e soul. «Prima di tutto nella mia anima cè il blues rurale di Robert Johnson e Son House, vera musica tra folk e arte. Poi il jazz di Armstrong, Ellington e di contrabbassisti come Paul Chambers, David Holland, Jaco Pastorius. La mia cultura musicale è vastissima, non mi fossilizzo, i brani di Marvin Gaye e James Brown mi hanno cambiato la vita». Professionista da quando ha 18 anni, Kyle allarga di continuo il suo spettro sonoro e in Now spazia dallo rnb con ampio uso dei fiati allelettronica, dal groove alla blues ballad. Ora - dopo Mystic River e Million Dollar Baby - ha ripreso a scrivere colonne sonore per i film di papà.
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