L’accompagna a casa e poi la violenta

Romena in balìa per tutta la notte di una banda di connazionali

L’accompagna a casa e poi la violenta

Silvia Villani

Due episodi di violenza sessuale, e due arresti. A finire in manette, un albanese di 26 anni e un romeno di 28. Il primo stupro avviene a Cologno Monzese, poco dopo le 22. Il ragazzo, un albanese regolare anche se già noto alle forze dell’ordine, si offre di accompagnare a casa la collega di lavoro, 19 anni. Entrambi hanno fatto l’ultimo turno di lavoro in un bar della zona Est di Cologno. «Chiacchieriamo un po’ e così non fai brutti incontri. Girano certi individui di notte» le dice per convincerla a rincasare con lui.
La giovane, stanca dopo avere trascorso lunghe ore in piedi e desiderosa di scambiare due parole con quello che credeva un amico, decide di accettare il passaggio. In realtà le risate e le chiacchiere fatte durante il tragitto servono all’albanese per fare rilassare la ragazza e farle credere di essere «innocuo». Quando i due arrivano sotto l’abitazione della giovane, però, l’amico rivela le sue vere intenzioni. Approfittando del buio, l’uomo la immobilizza prima che possa scendere dall’auto e le impedisce di chiedere aiuto per poi usarle violenza. Vano ogni tentativo della ragazza di reagire.
Solo dopo la violenza carnale l’extracomunitario la lascia andare. Piangente e attonita, la diciannovenne chiede aiuto. Immediato l’intervento dei carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, che arrestano l’albanese. La vittima viene ricoverata alla Clinica Mangiagalli dove, dopo una prima visita, i medici confermano la violenza subita.
E alla Mangiagalli, dove i medici riscontrano lesioni compatibili con lo stupro, viene assistita anche una diciassettenne romena. La giovane ha denunciato di essere stata violentata da tre connazionali nella notte tra il primo e il 2 aprile, in una baracca in zona Greco. In base alla denuncia, la minorenne sarebbe stata condotta nella baracca da una donna ucraina, che le aveva offerto ospitalità in seguito all’abbandono da parte del convivente, un indiano. Una volta giunta sul posto, la donna sarebbe stata «venduta» dall’ucraina ai tre stranieri (due dei quali hanno fatto perdere le proprie tracce) che l’avrebbero violentata a turno per tutta la notte.
L’indagato è stato fermato venerdì nella stessa zona dove sarebbe avvenuta l’aggressione, e ieri il giudice per le indagini preliminari Luigi Varanelli ha disposto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere, su richiesta del pubblico ministero Laura Amato.

Nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip, però, l’uomo ha negato ogni addebito, dicendo anzi di aver trovato la ragazza in lacrime e di averla soccorsa. A riconoscere il presunto stupratore è stata la stessa minorenne, mentre stava conducendo gli inquirenti alla baracca dove sarebbe avvenuta l’aggressione.

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