L’accusa dei non vedenti: «Metro rischiosa per noi»

L’Uic: «È necessario chiudere gli spazi tra i vagoni. E oggi in piazza» L’assessore: «Piena disponibilità»

I non vedenti e gli ipovedenti hanno gravi difficoltà ad utilizzare la metropolitana, e Comune, Atac e Met.Ro sono poco sensibili ai loro problemi. Il grave atto di accusa è firmato Marcello Iometti, presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi. Per sensibilizzare istituzioni e aziende, Iometti annuncia una manifestazione di protesta della sezione provinciale dell’Uic, oggi alle 15 alla fermata della metro B della stazione Termini. Secondo Iometti è necessario chiudere gli spazi tra i vagoni della Metro B, in uno dei quali cadde e morì il 15 luglio del 2004 un non vedente, Giampiero Cassio.
A giudizio del presidente provinciale dell’Uic, Met.Ro ha presentato solo lo scorso luglio un prototipo di supporto per la chiusura degli spazi tra i vagoni, ma non ha mantenuto l’impegno di farli montare sui treni entro il 31 gennaio 2006. Gli interventi per chiudere gli spazi, secondo Iometti, sono prioritari rispetto «a qualsiasi intervento, pur utile, per la mobilità dei non vedenti all’interno delle stazioni della metro B».
«Sono dispiaciuto per la decisione presa dall’Uic di manifestare nel metrò. Anche lunedì sera ho confermato la mia piena disponibilità al presidente Iometti per portare a termine il complesso degli interventi sui quali stiamo lavorando di comune accordo da circa un anno», ha commentato l’assessore capitolino alle Politiche della Mobilità, Mauro Calamante.
«Abbiamo realizzato il 90 per cento degli interventi concordati, impegnando circa 550mila euro per l’installazione dei dispositivi acustici in 471 semafori, 1,950 milioni di euro per installare i percorsi tattili in tutte le stazioni del metrò e circa 600mila euro per garantire un servizio di accompagnamento dei non vedenti sulle banchine che resterà attivo fino a che non riusciremo a risolvere l’ultimo problema, quello tecnicamente più complesso delle coperture degli spazi tra i vagoni - dice Calamante -. Su questo c’è un contratto da circa 700mila euro stipulato tra Ansaldo, fornitrice dei convogli, Atac e Met.Ro che stanno studiando la soluzione tecnica migliore. Nel corso della riunione ho assicurato che farò tutto il possibile per ridurre i tempi previsti e ho convocato una riunione con l’Ansaldo, invitando anche l’Uic ad essere presente». «Inoltre - conclude Calamante - abbiamo concordato un nuovo incontro con l’associazione per discutere un protocollo d’intesa sulle future iniziative. La strada imboccata un anno fa è quella della collaborazione e intendo continuare a percorrerla per raggiungere l’unico vero obiettivo che ci sta a cuore: garantire ai non vedenti le necessarie condizioni di sicurezza nel metrò». Stefano Bianchi, presidente Met.Ro, si dice «sorpreso e sconcertato dalle dichiarazioni di Iometti»: «Proprio ieri sera (lunedì, ndr) - dice - si è svolto un incontro tra l’assessore alla Mobilità, Met.Ro e le altre aziende del trasporto romano teso ad affrontare e a risolvere i problemi di accesso dei non vedenti al servizio pubblico di trasporto. In particolare Met.Ro Spa ha confermato la data di ultimazione per i percorsi tattili nelle stazioni della linea B per il prossimo 4 aprile e la prosecuzione del servizio di accompagnamento dei non vedenti nelle stazioni allo scopo di garantire il loro accesso in sicurezza sui treni.

Inoltre la società ha presentato un cronoprogramma, corredato da relativo contratto con la società Ansaldo Breda, per la costruzione ed installazione delle pareti intervagone sui treni della linea B della metropolitana entro e non oltre il 30 ottobre 2006. Non capiamo perché un lavoro ed un impegno comune, intrapreso da oltre un anno, che deve continuare per la sicurezza dei non vedenti, debbano essere messi in discussione da simili dichiarazioni».

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