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L’ad Schloter: «Saremmo felici di mantenere il gruppo quotato ma dipende dal flottante». Piazza Affari scommette ancora sul cavaliere bianco Swisscom vuole lasciare Fastweb in Borsa

Mediaset si chiama fuori: «Niente contro-Opa». Ma ai blocchi passa il 2%

L’ad Schloter: «Saremmo felici di mantenere il gruppo quotato ma dipende dal flottante». Piazza Affari scommette ancora sul cavaliere bianco Swisscom vuole lasciare Fastweb in Borsa

da Milano

Mantenere Fastweb sul listino di Piazza Affari con un flottante pari al 30-40% del capitale: è la speranza di Swisscom che lunedì ha messo sul piatto 3,7 miliardi per scalare l’ex regina della new economy fondata dal presidente Silvio Scaglia. A dettare i desiderata del gruppo pubblico svizzero è stato ieri l’amministratore delegato, Carsten Schloter, impegnato in una trasferta a Milano, mentre in Piazza Affari si continuava a ragionare sugli incastri finanziari di un’eventuale contro-offerta.
Il titolo Fastweb si è infatti mantenuto stabilmente sopra i 47 euro proposti dall’Opa elvetica (meno 0,82% a 48,2 euro la chiusura di ieri tra scambi per il 6,6% del capitale). Una situazione che risente tuttavia di «speculazioni», ha detto Carsten dicendosi «più che felice» di lasciare quotato il gruppo e sottolineando come in mancanza di controfferte «nelle prossime due settimane il prezzo scenderà». Le principali indiziate nelle sale operative rimangono Vodafone e Sky di Rupert Murdoch che nei giorni scorsi hanno però informalmente negato di avere allo studio il dossier. A meno che non compaia un outsider dopo che ieri sul mercato dei blocchi è passato di mano oltre il 2% del capitale, suddiviso in due pacchetti, a un prezzo di 48,5 euro.
A chiamarsi definitivamente fuori dalla partita è stata invece Mediaset: «Noi facciamo accordi sui contenuti, la telefonia non è nel nostro core business», ha detto l’amministratore delegato Giuliano Adreani mentre il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi notava come allo stato attuale «entrare nelle telecomunicazioni» appaia «abbastanza lontano» per il gruppo del Biscione.
Resta, però, la possibilità di un ritocco da parte di Swisscom che offrirebbe una contropartita agli azionisti di minoranza rispetto alla rinuncia alla cedola per evitare il rischio di vedere andare deserta la propria offerta.
Molto dipenderà dall’orientamento dei fondi, alcune case di analisi hanno fissato target price superiori a 50 euro per Fastweb, ma resta il fatto che Berna pare aver già corrisposto un prezzo di «affezione» rispetto a quanto sarebbe stato necessario poche settimane fa a seguito del maxi-pacchetto del 7% immesso sul mercato dallo stesso Scaglia, rimasto poi inviluppato in un’inchiesta giudiziaria a Roma per presunte false fatturazioni.
Il top manager potrebbe rimanere nel board lasciandone però la presidenza, ha detto Schloter rimandando all’assemblea dei soci per «comprendere quale sarà la cedola che effettivamente sarà distribuita»: 3,75 euro l’importo proposto dal cda pre-Opa Swisscom per un totale di 300 milioni.
L’appuntamento è in agenda il 23 marzo, il giorno successivo al termine posto da Berna per depositare in Consob il prospetto informativo a servizio dell’Opa.

Schloter, infine, ha ribadito come l’ex avamposto telefonico creato dal Comune di Milano attraverso Aem rimarrà una realtà «italiana». Senza trasferire in Svizzera alcuna attività e preservando lo stesso marchio Fastweb, nel cui board dovrebbe entrare anche l’ad Stefano Parisi.

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