L’addio di Chirac: «Lascio con orgoglio l’Eliseo»

da Parigi

Con un discorso improntato sulla fiducia nell’avvenire e su quella nel proprio successore Nicolas Sarkozy, il capo dello Stato francese Jacques Chirac ha dato ieri sera l’addio ai connazionali, congedandosi con un discorso in tv dalla responsabilità che questi gli avevano affidato nel 1995 e rinnovato nel 2002. Dopo dodici anni di presidenza della Repubblica, Chirac ha tenuto un discorso brevissimo, mostrando la propria commozione. Un discorso per esortare i concittadini a restare «uniti e solidali» e per sostenere che il Paese è avviato sulla via del risanamento e del rilancio. «Io so che il prossimo presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, condurrà il nostro Paese sempre più avanti sul cammino dell’avvenire e tutti i miei auguri lo accompagnano in questa missione, che è in realtà la più esigente e al tempo stesso la più bella che esista al servizio della nostra nazione», ha affermato Chirac.
Il capo dello Stato ha anche parlato dell’«orgoglio» che consiste nel servire la patria e nell’affermarne la dignità internazionale. Ma proprio sul piano delle relazioni internazionali il presidente uscente ha colto l’occasione del suo intervento per spezzare una lancia a favore di un’idea a cui ha sempre detto di tenere in modo particolare: quella dello «sviluppo sostenibile», accompagnato da un «dialogo tra le culture». C’è chi ha voluto vedere in questo duplice accenno alle relazioni internazionali una sorta di autocandidatura di Chirac in vista di una sua possibile missione in sede di Nazioni Unite.
Del resto Chirac ha insistito sul fatto che la situazione attuale della Francia non è negativa e ha tenuto a fare i propri «auguri» al suo successore. La cerimonia del passaggio dei poteri avverrà oggi alle 11. Per quanto riguarda la sua esperienza passata, Chirac ha detto di aver provato in questi dodici anni l’orgoglio di «servire la Francia dal profondo del cuore» e ha affermato di provare il massimo affetto per il popolo francese, essendo convinto che anche Nicolas Sarkozy avrà le stesse doti al servizio del suo Paese e del suo popolo.
Con un discorso di pochi minuti è così finita ieri sera l’«era Chirac». Un periodo che, secondo i sondaggi d’opinione, ispira reazioni contraddittorie nell’opinione pubblica transalpina.

C’è chi vede in Chirac l’uomo che ha saputo guidare il Paese in un periodo difficile, in cui le relazioni internazionali sono state complicate da crisi talvolta assai acute, ma c’è anche chi insiste sul fatto che in questi dodici anni la piaga della disoccupazione è rimasta assai elevata e costituisce oggi - di fatto - la sfida principale per il nuovo presidente Nicolas Sarkozy.

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