L’addio a JESSICA e MARZIA: «Vivrete dentro i nostri cuori»

A Fiumicino gli strazianti funerali delle due vittime italiane dell’incidente di martedì scorso Omelia-denuncia del vescovo Reali

Il sagrato gremito all’inverosimile: parenti, amici, autorità. «Nessuno muore mai sulla terra finché rimane nei nostri cuori», si legge su uno striscione. Un’omelia toccante, a tratti dura ma piena di sentimento quella del vescovo di Porto-Santa Rufina, monsignor Gino Reali, ai funerali di due delle cinque vittime del terribile incidente alla fermata dello scuolabus. Quando entrano le due bare con le salme di Jessica Merlini, 14 anni, e di Marzia Micarelli, 36 anni, un lungo applauso. Molte persone vengono portate fuori a braccia, altre scoppiano in un lungo pianto. Fra questi Francesco, il papà di Marzia, che accusa il primo malore durante la cerimonia. Poi è la volta di una compagna di scuola di Jessica, soccorsa dagli agenti di polizia. Nella chiesetta dedicata ai santi Ippolito e Lucia sembra tutto organizzato alla perfezione. Due gazebo allestiti per proteggere i due feretri portati a spalla, le ambulanze pronte a ogni evenienza, i vigili urbani che bloccano il traffico sulla via Portuense. Forse qualcuno non aveva previsto le parole scandite dal vescovo: «Bisogna fare in modo che le vittime dell’incidente di martedì non siano vittime di un gratuito incidente, lavorando per l’adeguamento delle infrastrutture e vivere serenamente. La nostra preghiera diviene una invocazione affinché incidenti come questi portino tutti a ripensare alla solidarietà che deve unirci e a ritrovare comportamenti di saggezza». «La vita è come un viaggio sul mare nella storia - continua - nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta e in cui le vere stelle sono quelle che ci hanno illuminato rettamente. Jessica, continua a sostenere i tuoi genitori e il tuo fratellino con il tuo sorriso, la tua voglia di vivere, la tua generosità. Marzia, continuerai a essere una donna premurosa per i tuoi figli».
Presenti alle esequie i due figli di Marzia, Yuri e Gaia, appena dimessa dall’ospedale, e il marito Giuseppe. Poi i genitori di Jessica, Maria e Marco, e il fratello Davide oltre a Francesca, un’amica, che porta un palloncino con scritto: «Jessica sei il nostro angelo». «I giusti risplenderanno come le stelle per sempre - continua il vescovo -, resteranno tra noi come stelle che illuminano il cammino nella notte». In prima fila il sindaco del comune tirrenico, Mario Canapini, il prefetto Carlo Mosca, l’assessore regionale all’Istruzione Silvia Costa. Durante la Messa i momenti di silenzio sono rotti dai pianti disperati dei parenti. Una partecipazione in massa per gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Maccarese, quello frequentato da Jessica, oltre ai colleghi di Marzia della scuola Paolo Baffi di Fiumicino. Decine di corone e mazzi di fiori davanti l’altare e intorno alle bare, bianca quella della 14enne, color noce quella di Marzia.

Poi viene letto l’ultimo tema di Jessica: «Senza gli amici sarei depressa», scriveva nel compito in classe in cui doveva raccontare le diverse categorie delle persone tra cui i nullafacenti, i lavoratori, le galline, i superintelligenti. «Non saprei identificarmi - si legge -, ma mi ritengo superintelligente». Al termine della Messa un grappolo di palloncini bianchi a forma di cuore vola alto in cielo.

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