L’aereo decolla, il cane scappa dalla stiva

Non bastavano i bagagli «scomparsi» al Leonardo da Vinci per colpa di un sistema di smistamento in tilt. Ora provvedono a darsela letteralmente a gambe da soli. Due giorni fa, a Fiumicino, un cane caricato nella stiva di un aereo in partenza per Bucarest si è liberato ed è sceso in pista mentre l’aereo si preparava al decollo, evitando guai peggiori ai passeggeri del volo Y1116, poiché il portellone del vano di carico del B737 della compagnia romena Blu Air a quel punto era aperto nonostante il velivolo fosse già in fase di rullaggio. Ufficialmente, la stiva non era spalancata per una clamorosa dimenticanza degli addetti al carico, ma per iniziativa dello stesso cane, un volpino di due anni, che sarebbe riuscito ad azionare la leva di apertura una volta liberatosi dalla sua cuccia.
Il cane era stato «caricato» nella stiva con la sua gabbia, che secondo i responsabili era difettata, ma durante le operazioni che precedono il decollo avrebbe rosicchiato il nastro adesivo, le cinghie e la rete di protezione che lo rinchiudevano, riuscendo ad aprirsi la strada per la pista e mettendosi poi a inseguire l’aereo, abbaiando per farsi sentire dal suo padrone. Un signore romeno che, dall’oblò accanto alla sua poltrona, lo ha notato saltellare sull’asfalto, mentre i piloti di due aerei in coda dietro al 737 Blu Air segnalavano alla torre di controllo di Fiumicino sia la pericolosa presenza in pista del peloso quattrozampe che il pericolosissimo prossimo decollo di un velivolo con il portellone aperto.
Immediato l’allarme e il conseguente rientro in piazzola dell’aereo romeno, mentre gli addetti alla sicurezza recuperavano il piccolo cane. Inizialmente si era pensato, appunto, che il portellone della stiva di carico fosse stato chiuso male. Ma a dare una lettura diversa degli eventi è il responsabile della Flightcare Italia, la società responsabile dell’handling per la Blu Air, Luca Ciarlini. Che ricostruisce la fase di «imbarco» del volpino, ricordando il difetto di chiusura della gabbia e confermando la correttezza di tutte le operazioni di carico precedenti il decollo. «Successivamente - spiega il direttore generale della Flightcare - siamo stati avvisati che il B737 stava rientrando in piazzola per controlli tecnici. Siamo andati sottobordo e mentre eravamo lì ci hanno riconsegnato il cane. Abbiamo pertanto rifatto le operazioni di carico come avevamo fatto la prima volta. In questo frangente, ci siamo, però, resi conto che le cinghie di ancoraggio e la rete di protezione erano state lacerate. Abbiamo anche notato tracce di sangue». Insomma, quanto basta per ipotizzare come siano andate le cose. «Posso sospettare - conclude Ciarlini - che il cane si sia liberato e, poiché il portellone della stiva è dotato di una leva di apertura dall’interno, forse l’animale, in un momento di panico, deve averla urtata. La leva è talmente delicata, che basta toccarla con un dito per aprirla». E a quanto pare due giorni fa è bastata una leggera zampata.


Alla fine, sventati i molti rischi di un decollo a porte aperte, tutto è andato bene. E l’aereo con i suoi 140 passeggeri, più un cane, è finalmente riuscito a decollare dalla pista del Leonardo da Vinci con un paio d’ore di ritardo.

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