L’affondo Che tristezza la Biennale del Mediterraneo

(...) o esistenti da tempo e condito con qualche convegno a senso unico, a buon merito dell'iperattivo professor Borzani, presidente della Fondazione Palazzo Ducale. In particolare abbiamo la mega-mostra a cura della gallina dalle uova d'oro Marco Goldin (Gold = oro: nomen omen) dedicata ai colori del Mediterraneo nella pittura moderna, la cui realizzazione fa parte di un accordo pregresso e più ampio con l'organizzatore. A ruota, udite udite, nella biennale è inserito come momento clou il Festival della scienza. Dove ho già sentito questo festival? Non sarà lo stesso che esiste da diversi anni sotto la lanterna per merito degli ottimi Manuela Arata e Vittorio Bo? Per carità tanto di cappello davanti al Festival della scienza che molto ha regalato e continuerà a regalare a Genova. Ma non fatecelo passare come la grande attrattiva di una nuova biennale! Ci sono poi le mirabolanti e come sempre nebulose promesse dell'assessore alla cultura Ranieri, che da quando è stato insediato propone sempre e soltanto «una stretta collaborazione fra università e istituzioni». Da ultimo l'unica vera sostanza: gli incontri e i dibattiti su temi legati al Mediterraneo a firma Borzani, (nb: comunque sarebbero stati realizzati insistendo su altri argomenti). Se ne deduce che in realtà il professore è stato lasciato solo a cavare un ragno dal buco e gli altri, i politici e i mestieranti della cultura rossa, se la sono sviata gettando nel calderone biennale minestre rifatte, un po’ più insaporite.
Poi ci raccontano che la «Biennale del Mediterraneo» metterà Genova sotto gli occhi di tutti e arricchirà la città di ulteriore sapere. Avessero l'onestà intellettuale per dichiarare apertamente: soldi ce ne sono pochini, possiamo solo ridipingere le facciate; creatività e competenza ancora meno, dunque meglio andare sul sicuro.

Macché, la sinistra è alla frutta anche sul suo terreno preferito e si affida ormai solo a notti bianche e a Capodanni: «panem et circenses», dicevano i romani, per ammansire il popolo scontento.
Aspettiamo con fiducia che costoro perdano le elezioni per invertire il senso di marcia che porta dritti alla decadenza.

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