Cronaca locale

L’Agnesi «recupera» gli islamici

Augusto Pozzoli

La «classe islamica», un progetto dell’Istituto Agnesi di via Tabacchi, bocciata un anno fa dal Miur. In tutto erano 20 studenti, figli di famiglie di egiziani immigrati, per lo più ragazze, quasi tutti reduci dalla scuola coranica di via Quaranta. Un gruppo aveva fatto ritorno in Egitto per seguire una scuola del Paese d’origine, ma ora sette di esse sono tornate all’Istituto Agnesi ed hanno sostenuto gli esami di idoneità alla seconda classe del liceo linguistico. Tutte promosse, e il prossimo anno potrebbero continuare gli studi nella stessa scuola di via Tabacchi. È quel che si augura lo stesso direttore scolastico regionale Mario Dutto: «Superato l’esame di idoneità sono in regola per iscriversi il prossimo anno nella scuola che vogliono. Certo che all’Agnesi sono già pronti ad accoglierle. Con programmi della scuola italiana, ed attività ulteriori per integrare la loro cultura».
Questa mattina si riunisce il collegio dei docenti dell’Agnesi. La presenza di studenti non italiani e islamici in particolare sarà un argomento d’obbligo. Un problema del resto che coinvolge in misura sempre crescente le scuole superiori di Milano e provincia che già l’anno che si chiude vedeva iscritti quasi 3.500 studenti non italiani (il 6,55 per cento del totale degli iscritti). E ogni scuola, soprattutto là dove il fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente rilevanti, si organizza per accoglierli in modo tale da integrali al meglio. All’Istituto Marignoni di via Melzi d’Eril, ad esempio, gli iscritti stranieri rappresentano ormai il 41%. «Ci sono classi – osserva il dirigente scolastico Augusto Quatela – dove gli alunni stranieri sono in maggioranza: ce n’è una in cui ci sono solo due italiani». Di particolare rilievo la presenza di ragazzi di origine cinese. Una presenza spesso contradditoria: «Alla maturità dello scorso anno – continua il professor Quatela – abbiamo avuto due diplomati col massimo dei voti: erano cinesi. Ma poi ci sono anche quelli della stessa comunità che frequentano con discontinuità, e quando sono a scuola, spesso li vedi con la testa sul banco che dormono. Perché lavorano, anche di notte. I problemi sono tanti e diversi». I programmi di studio al Marignoni sono ovviamente uguali per tutti, ma si cerca di organizzare anche delle attività che vadano incontro alle diverse esigenze rappresentate nella scuola. Il Marignoni, ad esempio, ha partecipato alla recente Olimpiade della danza 2005: le ha vinte, con una squadra formata da ragazze filippine.
Resta il problema della scuola coranica di via Quaranta, una scuola fuorilegge, frequentata da 500 figli di immigrati egiziani che rifiutano la scuola pubblica. Per cercare di mettersi in regola hanno chiesto di diventare scuola per stranieri. «Nessuna obiezione da parte nostra – dice il direttore regionale Mario Dutto –. Basta però che ci sia il benestare di Asl, vigili del fuoco, ministero degli Esteri». L’Asl ha già detto peraltro che mancano le condizioni minime per l’agibilità.

La scuola di via Quaranta è addirittura priva di impianto di riscaldamento e d’inverno gli alunni frequentano con i cappotti addosso.

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