Economia

L’Alitalia stretta tra banche e sindacato

Rispuntano anche gli indennizzi post-11 settembre: finalmente saranno erogati

Paolo Stefanato

da Milano

La vicenda Alitalia sta fermentando su vari fronti: quello governativo - oggi saranno varati i requisiti di sistema -, quello bancario, in preparazione dell’aumento di capitale, quello sindacale. Anche il mondo politico è in movimento: curioso il comportamento della Lega, che attacca Cimoli e vuol portare il suo «mancato rispetto degli impegni» in Parlamento; mentre il ministro del Lavoro, Roberto Maroni in serata ha commentato: sarebbe un disastro sostituire Cimoli ora, significherebbe avviare una lunga agonia. Maroni, da Parigi, ha anche lasciato intendere - secondo le agenzie di stampa che lo hanno interpretato - che l’alleanza con Air France si starebbe sfilacciando o sarebbe addirittura tramontata.
In attesa delle misure strutturali sul trasporto aereo - sul cui varo rinviamo all’intervista con il viceministro ai Trasporti Mario Tassone pubblicata qui a lato - ieri i vertici di Alitalia hanno avuto un primo incontro tecnico con i rappresentanti di Deutsche Bank, capocordata del consorzio che garantirà l’esito dell’aumento di capitale da 1,2 miliardi. Si è parlato di modalità, tempi, documentazioni. Oggi la stessa Deutsche e Banca Intesa, l’altro istituto prossimo all’impegno in Alitalia, avranno un incontro al Tesoro; la riunione è stata confermata nonostante le cautele espresse da Corrado Passera, ad di Intesa, che intende partecipare «a un’operazione di mercato», la quale presuppone una nuova quadratura dei conti, e quindi un nuovo piano. I benefici derivanti dai requisiti di sistema vanno comunque nella direzione richiesta dalle banche.
Il presidente e ad di Alitalia, Giancarlo Cimoli, ha convocato per questo pomeriggio i sindacati ai quali illustrerà gli interventi necessari per far fronte al caro-petrolio. Fonti sindacali riferiscono di aver appreso a Palazzo Chigi che la compagnia si appresta a richiedere nuovi tagli. Il fronte dei dipendenti non appare compatto. Mentre l’Anpac «si opporrà con forza» a una sostituzione di Cimoli, l’Unione piloti esclude la disponibilità «a ulteriori sacrifici». I confederali, da parte loro, stanno mettendo a punto uno studio - pronto nei prossimi giorni - che confronta i conti del primo e secondo trimestre 2005 di Alitalia, Air France e Lufthansa. Come anticipa il segretario generale della Fit Cisl, Claudio Claudiani, emerge che nel primo trimestre Air France, grazie ad accordi contratti di assicurazione sul prezzo del carburante, ha risparmiato 150 milioni, Lufthansa 110. Alitalia, che ha previsto il petrolio a 42 dollari al barile senza adeguate ricoperture, «a fine anno avrà un aggravio di costi tra i 320 e i 380 milioni di euro». I numeri, da soli, sono un atto d’accusa alla gestione della compagnia.

Questa, da parte sua, ammette di aver attuato meccanismi di protezione del prezzo, che costituiscono un costo, solo dopo l’erogazione del prestito ponte garantito dallo Stato.

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