Senza militari in strada d’agosto rischiamo tutti. La città rischia d’essere insicura. Non è solo il Pdl a chiedere al sindaco un ripensamento sulla «ritirata» delle pattuglie miste esercito-forze dell’ordine. Il prefetto stesso ieri ha sollevato dubbi piuttosto inquietanti sulle possibili conseguenze che per i cittadini potrebbero avere delle strade sguarnite, dopo tre anni di controlli - discreti ma efficaci - con la missione «Strade sicure».
«L’impiego dei militari in città - ha detto Lombardi - è stato apprezzato. Doverne fare a meno, anche se nel solo mese di agosto, potrebbe creare qualche problema». «Oggi - ha spiegato inoltre Gian Valerio Lombardi - è importante considerare non solo la sicurezza reale ma anche quella percepita. In questo senso l’impiego dei militari in città aiuta a rassicurare i cittadini».
Della stessa idea anche il presidente della Provincia, Guido Podestà, che ha incontrato Lombardi per l’accordo sull’inserimento in prefettura di un certo numero di lavoratori in mobilità: «Io tornerei indietro e chiederei il mantenimento di queste presenze - ha detto Podestà - se ci sono uomini che altrimenti se ne starebbero dentro le caserme non vedo quale aspetto di negatività ci sia nella presenza dei soldati sul territorio. Fa ridere dire che sarebbe militarizzato: siamo una democrazia in cui i soldati fanno parte del nostro popolo, e con la loro presenza possiamo evitare situazioni di difficoltà. Non credo che la presenza di persone in divisa disturbi».
Secondo l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, quello del Comune, invece, si configura come un vero e proprio «piano insicurezza». «Il Comune - secondo l’assessore - vuole privarsi dell’apporto dei militari e degli agenti di Polizia locale nella lotta alla criminalità urbana».
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