L’alluvione e i negozi dimenticati

Orlandini, quello dei dischi. Un’istituzione a Genova per gli intenditori di operistica e musica classica. Quarant’anni di attività e due negozi, uno a Soziglia, l’altro nel sottopasso di via Cadorna. Poi l’onda di fango, e la fortuna di una vita che se ne va in un attimo. Sommersa, distrutta, finita. Basta, stop. Almeno per quanto riguarda il negozio sotto a piazza della Vittoria cancellato dal nubifragio del 4 novembre scorso. «Abbiamo avuto 126mila e 400 euro di danni - spiega Luigi Staffoni, socio insieme alla moglie Rosanna Faccio, insieme ad altri due, della Orlandini srl- . Ora andiamo avanti con l’altra attività a Soziglia. Ma...». Ma certo non è più come prima, i pezzi più rari, quelli conservati da una vita, che sono finiti nel fango e che non si troveranno mai più. Lo stesso è accaduto ad Europarfums, al negozio di abbigliamento dei cinesi, a quello di scarpe, a quello di fiori, a Salviati e a tutti quelli che erano nel sottopassaggio di Cadorna.
«Ci siamo costituiti in comitato - spiega Romilda Carlomagno, commercialista e tesoriere del gruppo di negozianti - per fare tutto il necessario per usufruire dei risarcimenti e specialmente per avere una maggiore personalità giuridica per poter riaprire». Ad oggi, che vuol dire ormai quasi tre mesi dopo l’alluvione, anche loro come i commercianti di corso Sardegna non hanno visto nemmeno un cent delle raccolte fondi di solidarietà. Non solo, non gli è stata data nessuna informazione di come poter avere i soldi delle tante iniziative di beneficenza. «Abbiamo fatto le perizie e presentato la documentazione alla Camera di Commercio. Ora forse dovrebbero sbloccare i risarcimenti per chi ha avuto danni inferiori ai 30mila euro». Sì, d’accordo, ma tutti gli altri, quelli raccolti attraverso le serate evento? L’unica certezza è che qui, come in corso Sardegna, nessuno ha ricevuto nulla. «Tutti i negozi del sottopasso vorrebbero riaprire. Ora Europarfums è nella tensostruttura in piazza della Vittoria, ma vendono un terzo, un quarto rispetto a prima - continua Romilda -. Il Comune ci aveva promesso che ci avrebbe incontrato dopo l’Epifania, ma ad oggi non sappiamo più nulla». Quando ripensa a quella bomba d’acqua, la signora Faccio ha il terrore negli occhi. «È stata devastante, peggio di tutte le altre. E pensare che quindici giorni prima quelli del Comune erano venuti a mettere l’allarme per l’allagamento e ci avevano detto che eravamo al sicuro». Per loro, così come per tutte le vittime «dimenticate» dell’alluvione, il comitato «Amici del Giornale» che sta raccogliendo i fondi sta facendo dei sopralluoghi per capire l’entità dei danni subiti.

Andrea Cambiaso, presidente di Liguria Moderata, nonché ideatore del Comitato, insieme a Pierluigi Vinai, vicepresidente della Fondazione Carige - che finora ha aiutato 125 nuclei familiari per circa 250 persone in Bassa e Media Val Bisagno e nel Levante, oltre a 170 nuclei familiari (500 persone) a La Spezia e Val di Vara - stanno studiando come impiegare i 24mila euro e rotti arrivati sul conto. A proposito, la raccolta continua: ecco dove fare il versamento, Comitato Amici del Giornale Genova Alluvione 4/11/2011 (Iban IT08G0617501418000001353380 BICCRGEITGG118). GG

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