Catania - Doveva essere un affondo nelle coscienze della cultura antimafia, è divenuto un clamoroso passo indietro la «Dance Attack», l'attacco a passo di danza al cuore di Cosa nostra organizzato dal Teatro Massimo Bellini in programma per ieri pomeriggio. Tutto era pronto per l'iniziativa targata «Arte Nostra» che ha già dato il via a una serie di eventi artistici con lo stesso marchio, un manifesto di impegno sociale e civile: un migliaio di giovani ballerini di 26 scuole di ballo, avrebbero dovuto lanciare lungo le strade dei quartieri popolari di Catania un segnale, un inno contro l'illegalità. All'ultimo minuto, invece, la defezione di una parte di loro. Oltre cento giovanissimi ballerini, tutti di età compresa tra i 14 e i 18 anni e tutti iscritti alla stessa scuola di danza in uno dei quartieri definiti «difficili» della città non si sono presentati alle prove generali. E così non è stato difficile per gli organizzatori del Bellini capire cosa fosse successo. Fino alla conferma dei diretti protagonisti. Lo staff stava distribuendo le t-shirt con il logo antimafia «Arte nostra», quando molti dei ragazzi, in lacrime, hanno raccontato di aver ricevuto il divieto di non andare da parte di mamma e papà. Troppo pericoloso, troppa esposizione pubblica. A scatenare la reazione delle famiglie è stato proprio il logo «Arte Nostra», simile a «Cosa Nostra» ma pacificamente provocatorio.
La preoccupazione di partecipare alla ballata antimafia è emersa proprio mentre si stavano consumando gli ultimi preparativi. Una settimana fa il Teatro Massimo Bellini aveva lanciato un appello alla mobilitazione ed aveva invitato i giovani di scendere in strada e a ballare al «Fortino» di Catania, ovvero in piazza Palestro, uno dei quartiere simbolo di disagio sociale e luogo in passato di centinaia di omicidi di mafia, per una maratona musicale di oltre 4 ore. «Dance Attack sarà dedicata proprio a loro, ai cento ragazzi rimasti a casa», è stato il commento del sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, l'avvocato Antonio Fiumefreddo che comunque ha definito la vicenda una «svolta storica». «Rispetto ai tempi in cui in piazza non scendeva nessuno - ha spiegato - registriamo che oggi sono solo in cento a restare a casa, e per giunta costretti».
La defezione dei ballerini costretti dai genitori a restare a casa ha sollevato un'indignazione bipartisan. Per il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo «la mafia va emarginata e battuta proprio sul piano culturale». «Ma dietro questi gesti - ha osservato - c'è probabilmente quel bisogno di lavoro, servizi, infrastrutture che pesa, quotidianamente e negativamente, sulla vita di migliaia di famiglie siciliane». «Catania sta diventando ormai un'emergenza nazionale», hanno commentato i comunisti del Pdci mentre per il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, la vicenda è «estremamente grave e preoccupante e deve fare riflettere per l'elevato numero dei giovani coinvolti». L'iniziativa del Bellini di Catania «è di fondamentale importanza» per il senatore del Pd Enzo Bianco per il quale «la lotta alla mafia è decisiva per il futuro dell'isola».
Il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, ha parlato di «un atto molto grave che ci porta indietro nel tempo»; mentre per il sindaco, Raffaele Stancanelli, l'accaduto ha dimostrato «quanto ancora si debba lavorare per diffondere la legalità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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