L’altra faccia dei Municipi: il modello bassa Valbisagno

Viaggio nella terza municipalità dove il lavoro di squadra del centrodestra funziona

C’è l’altra faccia dei municipi. Quella dove il lavoro del centrodestra non cade in litigi e divisioni interne, quella che costituisce uno spunto che potrebbe essere riferimento per l’attività dei consiglieri municipali che lavorano nei gruppi di Forza Italia, An, Lega Nord Udc e Lista Biasotti nelle nove ex circoscrizioni genovesi.
Il «modello» è quello della Bassa Valbisagno dove l’ex Casa delle libertà è all’opposizione, conta dieci consiglieri municipali, ma riesce a lavorare di squadra e a dare filo da torcere alla maggioranza guidata dal presidente Mirko Massardo (partito Democratico). Nessuna bella statuina per fare numero e ritirare il gettone, ma un piccolo esercito guidato da Carla Boccazzi, capogruppo di Forza Italia, e Bruno Ferracioli, factotum cittadino della Lega Nord e candidato alla presidenza del municipio nelle elezioni di un anno fa. «Siamo uniti e difficilmente arriviamo ad affrontare il consiglio disorganizzati- racconta la Boccazzi-. Facciamo tanto lavoro di squadra sia all’interno di Forza Italia sia come minoranza».
Così ecco che mozioni e pareri portati in aula dalla minoranza hanno trovato l’appoggio anche della sinistra, anche se gli effetti non sono immediati: «Questo però non è un limite politico- spiega la capogruppo forzista- ma istituzionale. Dobbiamo spingere perché i municipi acquisiscano maggiore autonomia». E perché si allarghi questo margine c’è bisogno anche dell’impegno dei consiglieri comunali che possano lavorare perché l’amministrazione di Tursi dia un’accelerata a questo processo, «ma noi proseguiamo perché non è certo questa la sede per parlare di politica ad alti livelli - spiega-. Dobbiamo occuparci dei tombini, dei marciapiedi e delle piccole questioni di quartiere». Ma qual’è la ricetta per riuscire a stare uniti? «Ci si incontra e confronta su ogni tema- prosegue la capogruppo azzurra-. Noi come Forza Italia ci riuniamo prima di ogni consiglio per scegliere con che strategia affrontare i documenti all’ordine del giorno. Stessa condivisione che poi facciamo con gli altri gruppi della minoranza per non trovarci su posizioni diverse».
Un modello semplice che è utile per superare i problemi interni.

Certo stare in maggioranza è cosa ben diversa perché le decisioni si prendono e non si subiscono, «guardo in casa mia e non in quella degli altri, però anche a sinistra le divisioni ci sono e non sono poche, il problema è che questi sono “furbetti” e non lo fanno vedere all’esterno».

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