Non tutti i Caraibi sono sinonimo di villaggi all inclusive, spiagge attrezzate, servizi e animazione «formato turista». Esistono angoli ancora incontaminati dove l'incontro con la natura si intreccia a quello con le popolazioni locali. Prendiamo la Repubblica Dominicana, meta molto conosciuta, eppure con angoli ancora lontani dal grande turismo organizzato.
Ne è esempio la parte sud occidentale con le province di Barahona, Bahoruco e Pedernales. Raggiungibile noleggiando un'auto dalla capitale, quest'area presenta il maggior grado di biodiversità del Paese e spiagge selvagge che permettono di vivere esperienze intime e profonde con il mare. A due ore e trenta di auto da Santo Domingo, attraversando foreste, piantagioni di canna da zucchero e di caffè, si raggiunge la vivace cittadina di Barahona.
Nell'omonima Penisola risuona ancora l'eco delle gesta dell'eroe Enriquillo, che guidò la rivolta degli Indios contro i conquistadores spagnoli, e del leggendario pirata Confresì. Sono pochissimi i turisti che proseguono a sud lungo la strada costiera che si apre su magnifiche spiagge: La Saladilla, San Rafael dove il bagno si può fare prima in mare e poi nel fiume, la laguna dolce di Los Patos, la splendida Paraìso con acque cristalline, dove tra la vegetazione spuntano le case colorate dei pescatori. Poco lontano si trovano le miniere di Larimar, lacrima di mare, la «pietra dei delfini» di origine vulcanica, color azzurro cristallino, che ricorda le trasparenze del mare, considerata custode dell'amore e presente solo in Repubblica Dominicana.
Nel territorio compreso tra le tre province il Lago salmastro Enriquillo, con 265 kmq di estensione, è il più grande dei Caraibi. Al centro, nell'Isla Cabritos vivono la più grande colonia di caimani e due rare specie di iguana, la Ricord, dagli occhi rossi, e la rinoceronte, esseri che sembrano sbucare direttamente dalla preistoria. Vicino si trova l'interessante zona archeologica di Las Caritas con antiche incisioni pre-ispaniche ben conservate.
All'interno è poi la volta del Parque Nacional Sierra de Bahoruco con cime che raggiungono i 2.000 m, la spettacolare depressione dell'Hoyo del Pelempito, e uno degli ecosistemi più fragili e importanti al mondo: il «bosque nublado» che custodisce 32 specie vegetali endemiche, muschi, licheni, orchidee selvatiche e un'ampia varietà di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi.
Riprendendo la strada costiera verso Pedernales, a est del Parco Nazionale di Jaragua, sorprende la Laguna di Oviedo: spiagge bianchissime costellate da 40 isolotti dove vivono l'airone blu, il gabbiano corona e la più grande colonia di fenicotteri del Paese. Raggiunto il comune di Cabo Rojo, si accede a una delle più belle spiagge della Repubblica Dominicana, la «Bahía de las Águilas»: circa 10 km di sabbia immacolata e accogliente solitudine, lambita da acque turchesi che al largo diventano blu e custodiscono stelle marine color corallo. Nella parte terminale, chiamata Ensenada Sin Fondo, a soli 300 m dalla spiaggia, il fondale si inabissa e lo snorkeling si trasforma in un volo nel blu. Siamo sempre nel Parco Nazionale del Jaragua, il più grande dell'isola, che comprende boscaglia spinosa e una vasta zona marina fino alle isole Beata e Alto Velo, dove vivono fenicotteri, la fregata americana, la spatola rosa, l'airone verde, ma anche tartarughe marine che vanno a depositare le uova su Playa Larga.
Proseguendo lungo la costa verso Haiti si trovano la spiaggia solitaria di Cabo Rojo e poi il villaggio di pescatori di Pedernales, avamposto ideale per visitare i Parchi Nazionali di Jaragua e di Sierra de Bahoruco.
Per dormire: l'eco-lodge Rancho Platon (www.ranchoplaton.com), a 38 km da Barahona, offre anche camere sospese tra gli alberi, doppia con colazione da 95 dollari e la possibilità di partecipare a escursioni di eco-avventura; il boutique hotel Casa Bonita a 17 km da Barahona affiliato alla Small Luxury Hotels of the World (www.casabonitadr.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.