Dopo Cremona, canta Napoli. E spunta un altro azzurro nel ciclone sul calcioscommesse. È Morgan De Sanctis, vice di Buffon agli Europei e numero uno del Napoli. Non è indagato, ma lo tira in ballo un’intercettazione dell’ex portiere dei partenopei, Matteo Gianello, lui sì indagato per la combine di Samp-Napoli del 16 maggio 2010 (archiviate le altre partite sospette, compresa Napoli-Parma del 2010, quella del boss Lo Russo a bordocampo).
Dai boss a Morgan
Nella conversazione con l’ex Chievo Michele Cossato, Gianello parla della «necessità di convincere De Sanctis» per Lecce-Napoli. Per gli inquirenti, volevano convincerlo «a subire un gol per bilanciare una eventuale marcatura del goleador Cavani». Ma Gianello poi frena: «Non sono in grado di spiegarlo». E quella sconfitta (2-1), giura di averla pronosticata solo sondando gli umori dello spogliatoio. Gianello parla sempre con Silvio Giusti (indagato) e Cossato (richiesta d’archiviazione, ma è indagato a Cremona). Del primo racconta che per gli accenni a «Dentino», e cioè Giuseppe Mascara (intercettato, non indagato), «Giusti mi chiedeva di avere da lui informazioni su Brescia-Catania essendo giocatore del Catania».
Malesani, Cannavaro e Cavani
Nelle intercettazioni con Cossato, spuntano i nomi di Alberto Malesani, di Cavani e di Abbruscato del Vicenza. Gianello confessa di aver tentato di coinvolgere Paolo Cannavaro e Gianluca Grava per falsare Samp-Napoli, ricevendone un rifiuto (i due ai pm diranno di non rammentare la proposta). «Non ricordo la somma messa a disposizione da Giusti, sicuramente si trattava di decine di migliaia di euro per ogni giocatore disponibile».
Ed ecco Quagliarella
I pm chiedono a Gianello di Fabio Quagliarella, oggi alla Juve al tempo in forza al Napoli, di un ispettore di polizia amante delle scommesse, del giornalista di SkySport Gianluca Di Marzio (anche per lui richiesta di archiviazione) che «soleva contattare Giusti per scommettere insieme sulle partite». Agli atti dell’inchiesta napoletana, c’è anche il verbale di De Sanctis che difende lo spogliatoio azzurro («è sano») e i compagni e fuga i dubbi sul match con i blucerchiati: «Ricordo che Mazzarri da ex teneva a fare bella figura». Poi torna sulla “celebre” non esultanza al gol del Napoli col Lecce: «Era una reazione nervosa, non ammetto insinuazioni».
Gli ungheresi su Lecce-Lazio
Il riscontro alla presunta combine di Lecce-Lazio 2-4 arriva dalla rogatoria in Ungheria. Uno degli «ungheresi» che lavoravano con gli «zingari», Horváth Gábor, interrogato, racconta: «Da Kenesei ho saputo che hanno influenzato la partita Lecce-Lazio. Per corrompere i giocatori del Lecce servivano 600mila euro. Secondo i loro racconti il boss ha scommesso 2 milioni di euro su quella partita(…). Kenesei ha concordato col boss che ai giocatori del Lecce avrebbe dovuto portare ancora 100mila euro».
Milanetto e il derby di Genova
Ieri è stato interrogato Milanetto (ex Genoa) oltre a Turati e Mauri, che ha negato ogni addebito («Non ho mai scommesso e non sapevo lo facesse Zamoperini) e avrebbe fornito una giustificazione sull’uso della sim intestata alla fidanzata di Aureli (indagato). Giustificazione che ambienti della procura definiscono però «appiccicata». Milanetto ha negato tutto, anche se avrebbe parlato di altre partite «sospette».
Ha spiegato di aver avuto contatti con il pregiudicato Safet Altic perché aveva «litigato» con gli ultras genoani al termine del derby con la Samp (sul quale si indaga con intercettazioni devastanti), e sperava che Altic, tifoso, potesse fare da mediatore per far pace con la curva che temeva un derby-biscotto (e fu insultata da Milanetto).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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