Roma

L’Ama in Iran? Un vespaio di polemiche

Claudio Pompei

Le disavventure dell’Ama all’estero sembrano diventate una telenovela. A distanza di poche ore dalla conferenza stampa di Andrea Augello che raccontava i guai giudiziari in Colombia, è spuntata l’ipotesi di un nuovo impegno internazionale della municipalizzata dell’ambiente, stavolta addirittura in Iran. A lanciare l’allarme il candidato a sindaco di Forza Italia Alfredo Antoniozzi. «La notizia che l’Ama apra una propria sede a Teheran - ha detto - mi riempie di amarezza e va segnalata come un ennesimo esempio di insensibilità. Ritengo assolutamente legittime le proteste della Comunità ebraica di Roma e sottolineo che prima degli affari e degli investimenti in Paesi come l’Iran, esiste l’etica e il rispetto per tutte le religioni, compresa appunto quella ebraica».
Pochi minuti dopo, l’Ama ha affidato alle agenzie di stampa una smentita di due righe: «Non è stata aperta, né è intenzione di Ama di aprire alcuna sede nella città di Teheran».
Ma la precisazione non è servita a placare l’ondata di indignazione soprattutto nel centrodestra. «C’è qualcosa di tragicomico nell’attuale management dell’Ama e questa vicenda, annunciata e poi smentita, dell’avventura a Teheran ne è la conferma - ha fatto notare il consigliere regionale di An Bruno Prestagiovanni -. Dopo aver annunciato con orgoglio, lo scorso 24 gennaio in un comunicato alle agenzie la volontà di competere per aggiudicarsi un appalto per costruire un impianto di compostaggio e ristrutturarne uno già esistente a Teheran, la direzione dell’Ama, tentando di nascondere l’evidenza, oggi prova a smentire Alfredo Antoniozzi dicendo che, comunque, non prevede l’apertura di una sede in Iran. Mi domando: se riusciranno ad aggiudicarsi l’appalto, Tudini e Tabacchiera metteranno i loro uffici in una soleggiata radura o apriranno una sede? E davvero Di Francia non ne sa nulla? L’Ama va in Iran di nascosto da Veltroni e dalla sua maggioranza? E se ci va di nascosto - ha concluso Prestagiovanni - perché lo ha annunciato alle agenzie lo scorso 24 gennaio e, ancora ieri (lunedì, ndr), in un ulteriore lancio ribadiva di puntare all’Iran e all’Algeria?».
Il vicecapogruppo di Forza Italia alla Regione Gianni Sammarco non è stato da meno: «È veramente deprimente - ha detto - assistere a questa figuraccia dell’Ama e del Campidoglio che, inseguendo velleitari disegni di crescita internazionale, sceglie di sbarcare a Teheran nel bel mezzo di una gravissima crisi diplomatica dagli esiti assai incerti. È veramente assurdo che in un momento del genere non ci si rende conto del grave errore che si compie andando a operare in Iran. In questo modo implicitamente si appoggiano le deliranti posizioni espresse di recente dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad». Gli ha fatto eco il responsabile elettorale di Forza Italia nel Lazio Giorgio Simeoni: «È intollerabile che una società del comune di Roma faccia affari con un nemico dichiarato dell’Occidente e di Israele. Mai come in questo caso il detto “pecunia non olet” è del tutto fuori luogo. È infatti necessario che il Comune di Roma, per mezzo delle sue partecipate, ritenga sempre prioritario verificare le varie iniziative sul piano della correttezza morale e dell’opportunità politica».
Il coordinatore regionale degli azzurri Beatrice Lorenzin ha auspicato, invece, che si punti alla normalizzazione interna dell’azienda comunale, «accertato il fatto che l’internazionalizzazione dell’Ama è fallita. Il piano industriale dell’Ama non ha portato utili - ha spiegato Lorenzin - ma solo debiti, colmati dalle ricapitalizzazioni, con un effetto a catena innescato dal caso Senegal che ha prodotto notevoli danni alle casse e all’immagine dell’azienda».


A chiamare in causa il sindaco Veltroni per l’ennesimo annuncio - poi smentito - dell’Ama sono stati ieri anche il segretario regionale di An Francesco Aracri e il suo omologo dell’Udc Luciano Ciocchetti.

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