L’amarezza di Sangalli: ora un tavolo di confronto

Deluso il leader di Confcommercio. Critica l’Abi. Tassisti in sciopero . Il sì di Confindustria

da Roma

«Ci eravamo lasciati appena ieri (giovedì; ndr), a Palazzo Chigi, concordando tutti sul fatto che le grandi riforme di cui il Paese ha bisogno, richiedono una concertazione rafforzata e rivitalizzata». È amareggiato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel commentare il pacchetto di liberalizzazioni varato dal governo.
«Formuleremo il nostro giudizio di merito - ha aggiunto - non appena avremo analizzato i contenuti del decreto approvato dal governo. Ma, fin d’ora, non possiamo non rilevare che, sul piano del metodo, occorre intervenire urgentemente, aprendo subito un tavolo di confronto con le categorie interessate». D’altronde Sangalli ha rappresentato gli interessi di molte associazioni federate a Confcommercio tra le quali la Fipe, che rappresenta i pubblici esercizi. «Non è aumentando il numero di bar e ristoranti - ha detto il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani - che si può far pensare di ripartire il nostro turismo. In questo modo si rendono soltanto più ingovernabili le nostre città». Anche da Stoppani è, quindi, giunto un invito al ministro Bersani per riaprire un tavolo di discussione.
Ma se i commercianti non ridono, le banche piangono. Dall’Abi, presieduta ancora per pochi giorni da Maurizio Sella, è giunto un comunicato critico contro la delibera che blocca le modifiche unilaterali ai conti correnti (con variazione contestuale di tassi attivi e passivi). «Sarebbe strano - si legge nella nota - che questo governo volesse adottare una misura dirigistica in palese contraddizione con le esigenze di concorrenza e liberalizzazione cui si ispira il provvedimento». E pensare che alle primarie dell’Unione i principali banchieri italiani hanno fatto la fila per esprimere la propria preferenza.
E si lamenta anche l’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, sostenendo che le misure in materia di indennizzo diretto per la Rc auto sono «sbagliate e controproducenti». In pratica, una «pietra tombale su qualunque possibilità di concertazione». La mancata volontà di raggiungere un’ampia intesa con le associazioni di categoria è stata denunciata anche da Farmindustria (farmaceutici) e Federfarma (farmacie) in merito alla decisione di estendere la vendita dei farmaci da banco anche ai supermercati. Per concludere con i tassisti, che a Milano hanno già iniziato a scioperare. È stato costituito un coordinamento nazionale denominato «Taxi italiano» che già pensa a forme clamorose di protesta.
Ovviamente ci sono stati anche coloro che hanno plaudito all’iniziativa. In primo luogo Confindustria, che ha ricordato come le liberalizzazioni facciano parte del programma montezemoliano e ha sottolineato che «i provvedimenti vanno nella giusta direzione».

Analogo consenso è stato espresso da Confartigianato e dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, il quale ha dichiarato che il decreto è «in favore dei consumatori e per il rilancio dell’economia». Entusiaste le associazioni dei consumatori che hanno quantificato in 500 euro il risparmio annuo delle famiglie con le nuove norme.

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