Politica

L’ambasciatore vuol riportare Maria a Cernobyl

Monica Bottino

da Cogoleto (Genova)

«Rimpatrio tempestivo della piccola». Punto. La Bielorussia vuole mettere subito la parola fine alla vicenda della bimba affidata a una coppia genovese che la tiene nascosta in una località segreta per sottrarla al rimpatrio. La vicenda della piccola di dieci anni sulla quale i medici degli ospedali pediatrico Gaslini e del Galliera di Genova hanno riconosciuto inequivocabili segni fisici e psichici «compatibili con violenze sessuali» che ha subito nell’orfanotrofio in cui vive da due anni, è diventata un caso diplomatico internazionale. L’ambasciatore della Bielorussia in Italia, Alexei Skripko, è giunto ieri sera a Genova, e oggi incontrerà i giornalisti. Ha precisato che la bambina verrà trasferita in un’altra struttura e curata in patria, chiedendo anche che «il caso alquanto grave e singolare non possa in alcun modo compromettere il clima di reciproca fiducia e solidarietà che in questi anni ha contrassegnato la cooperazione umanitaria bilaterale» per la protezione dei bambini vittime della tragedia di Cernobyl.
Skripko presenterà stamattina in procura a Genova la querela da parte del tutore di Maria per sottrazione di minore, in cui si ipotizza anche il reato di sequestro di persona a carico di Chiara Dagnino Bornacin e Alessandro Giusti, i giovani genitori affidatari. Il tutore legale di Maria è il responsabile dell’orfanotrofio di Vileika dove la bimba ha raccontato di aver subito violenze sessuali negli ultimi due anni da parte dei ragazzi grandi ricoverati nell’istituto, sevizie riscontrate quest’estate da medici e psicologi genovesi del servizio pubblico ai quali i genitori affidatari si sono rivolti per appurare la gravità dei danni subiti da Maria. La battaglia legale sembra solo all’inizio e di certo molto agguerriti sono i legali che assistono i genitori affidatari, nei cui confronti il pm Paola Calleri, su denuncia del console bielorusso, ha aperto un fascicolo per omessa consegna di minore. Gli avvocati stanno studiando un «reclamo» contro il provvedimento di restituzione della piccola firmato da Adriano Sansa, presidente del tribunale per i minori.
Intanto la mobilitazione ha coinvolto tutto il paese di Cogoleto, sulla riviera genovese di Ponente, dove giovedì sera si terrà una fiaccolata. Un appello è stato lanciato anche al nuovo segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, ex arcivescovo di Genova, da sempre sensibile nei confronti dei diritti dei bambini maltrattati e vittime di abusi. Il suo ruolo di sapiente diplomatico in questo caso potrebbe essere strategico. Un sostegno importante alla famiglia genovese arriva poi dall’associazione «Amici dei Bambini» che ha messo gratuitamente a disposizione il proprio ufficio legale per tutelare i diritti della piccola Maria. L’associazione ha deciso inoltre di presentare un’istanza presso il Tribunale dei minorenni di Genova contro il provvedimento di restituzione della bimba.


«Perché lo Stato italiano vieta l’estradizione di un condannato a morte in un Paese straniero - si chiede il presidente dell’associazione, Marco Griffini - mentre obbliga la coppia a restituire una minorenne innocente disposta a suicidarsi pur di evitare la vita nell’istituto? L’atto estremo compiuto dalla coppia travalica le leggi nazionali e i rapporti tra Stati sovrani, ed è un esempio del cosiddetto diritto di ingerenza, in base al quale ogni privato cittadino può farsi carico della protezione, in questo caso di un minorenne, quando siano accertate perpetrate violazioni dei suoi diritti fondamentali».

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