«L’ammaraggio? È l’ultima possibilità di salvezza»

La manovra: «Bisogna posarsi paralleli alle onde per evitare che l’aereo di spezzi»

«L’ammaraggio? È l’ultima possibilità di salvezza»

«Tecnicamente è stato un ottimo ammaraggio visto che dopo due ore il velivolo galleggiava ancora sull'acqua». «Tecnicamente», puntualizza il comandante Ferdinando Capitani dell'Anpac, associazione professionale dei piloti, «perché con tutti questi morti su 35 passeggeri - dice - è una tragedia immane». «L'ammaraggio è l'ultima chance cui si ricorre quando non si ha la possibilità di atterrare altrove» spiega Capitani, responsabile del Dipartimento tecnico dell'Anpac, il maggiore sindacato di categoria, che riunisce 2.000 piloti italiani distribuiti in tutte le compagnie aeree.
L’incidente accaduto al largo di Palermo ha messo in moto una di quelle procedure le cui istruzioni - di solito - chi viaggia in aereo guarda distrattamente alla partenza: «Bisogna cercare un punto di mare il più possibile calmo - spiega Capitani - per impattare in parallelo alle onde. Il contatto deve essere il più possibile morbido, in modo da evitare che l'aereo si spezzi». È il tipo di emergenza, insomma, in cui tornerebbero utili le istruzioni delle hostess al momento di ogni decollo. «Esattamente quella, un'emergenza che non deve mai succedere; in Italia, in Europa non abbiamo una grande cultura in fatto di impatti a mare. Quando capita l'eventualità, il personale di bordo fa un breve breafing ai passeggeri prima della manovra, in modo che siano preparati a quanto sta per avvenire. Gli scivoli alle uscite, che in quel tipo di velivolo dovrebbero essere almeno due, una volta gonfiati e carichi fino a 25 persone, si staccano dall'aereo e fungono da battelli di salvataggio. In genere il massimo carico degli scivoli è sovradimensionato rispetto alla capacità di passeggeri del velivolo». A memoria, di ammaraggi nella storia dell'aviazione civile nazionale Capitani non ne ricorda molti, «non superano le dita di una mano. Comunque, durante i corsi per piloti e personale navigante veniamo molto addestrati all'eventualità di affrontare un ammaraggio.

È l'ultima risorsa, quando manca la possibilità di fare un atterraggio d'emergenza in prossimità di un aeroporto, con soccorsi, uomini e attrezzature. Se a terra non è possibile, allora si ricorre al mare, ma è già l'emergenza in sé una cosa cattiva, quella che non deve succedere mai».

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