Milano - «Fosse capitato a me, avrei lasciato il berretto sul tavolo e me ne sarei andato. Se quanto sostiene il comandante Roberto Speciale è vero, l’ingerenza di Vincenzo Visco è inaudita». Il generale di corpo d’Armata chiede l’anonimato ma riassume l’umore che si respira nella Guardia di finanza. Ovvero dalla parte del comandante generale. Certo nessuno vuole violare la consegna del silenzio che in situazioni come queste scatta in automatico. Nessuno vuol parlare indicando nome e cognome. Ma che il Corpo sia dalla parte del Capo, sembra chiaro. «Speciale ha coraggio - commenta un capitano fuori dalla caserma di via Filzi a Milano -, quanti altri avrebbero messo nero su bianco simili accuse? Ma lui ha la schiena dritta. E l’ha dimostrato anche in questa incredibile vicenda». È questo che piace del numero uno all’interno del Corpo. Il coraggio affilato del siciliano dalla battuta pronta, l’accento inconfondibile, il rigore sì, ma anche la voglia del consenso, lo scacciapensieri, la risata amica come quell’incredibile duetto nientemeno con Fiorello a un concerto della banda del Corpo nella capitale, un paio di anni fa. Così Roberto Speciale ascolta questo sostegno e lo interpreta. Dopo aver vissuto momenti difficili con generali di primo piano, appunto, proprio come Italo Pappa, ora all’ufficio legale di AirOne, e Sergio Favaro.
Il sostegno e i gesti di affetto e solidarietà arrivati, raccolti ieri al piano nobile del Comando generale a Roma, mostrano radice profonde. E non solo in quel perpetuo senso d’abbandono da parte dei politici, carenza di mezzi e risorse. Ma anche quella delega data a un viceministro per i rapporti con la Gdf che è un boccone amaro andato di traverso a parecchi ufficiali del Corpo. «Ci chiediamo - fa capannello un giovane tenente - chi mai avrebbe avuto il coraggio di denunciare fatti gravissimi, bloccando i diktat dell’autorità politica di riferimento». «Ma in Italia si butta tutto in politica, destra contro sinistra, sinistra contro destra, quando in qualsiasi altro Paese dell’Unione Europea, un politico avrebbe rassegnato le dimissioni». Ancora: «Non si è mai visto nella nostra amministrazione un politico che chiede al C1 (comandante generale, ndr) di far fare le valigie all’intera gerarchia di una regione. Un fatto indegno». A chiedere un incontro, secondo Il Velino, a Speciale è stato invece il Cocer: «Abbiamo chiesto al comandante Roberto Speciale di convocarci per chiarire quanto è stato scritto oggi sul Giornale. Non possiamo entrare nel merito, ma attendiamo di saperne di più per esprimere valutazioni più aggiornate». Per Maurizio Dorio, delegato Cocer, «il quadro della situazione non è chiaro. Il comandante non ci ha mai spiegato cosa è successo in realtà quasi un anno fa e per questo credo sia necessario, se vuole, che sia lui stesso a dirci qualcosa. Bene fece, comunque, a non accettare le richieste.
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