Luigi Cucchi
«Se l'uomo dedicasse più spazio all'amore sarebbe molto meno depresso. L'amore allunga la vita, ci rende vitali, attenti alla conservazione della nostra integrità psico-fisica, è uno stimolo benefico che agisce positivamente sul nostro organismo. Chi ama combatte con maggiore efficacia l'invecchiamento, l'obesità, il diabete, l'ipertensione, l'eccesso di colesterolo, le dislipidemie. Infatti è solo il controllo attento di queste patologie e i loro fattori di rischio che preserva la funzione dei vari organi ed apparati». Queste affermazioni non sono di un Casanova dei nostri giorni e neppure di un perditempo che cerca di giustificare le tante giornate trascorse nel tentativo di accendere la passionalità di tutte le donne che incontra, sono del professor Vincenzo Gentile, cattedra di Urologia dell'Università di Roma, La Sapienza e presidente della Società italiana di andrologia (Sia), l'associazione scientifica che accoglie oltre mille andrologi, ovvero i medici specialisti dell'apparato genitale maschile.
Il professor Gentile, 59 anni, è nato in riva al mare sullo Ionio, a Siderno (Reggio Calabria), romano di adozione dagli anni dell'Università, per il ruolo che riveste nella società scientifica ha contribuito e contribuisce da vari anni a promuovere una «cultura andrologica». Attraverso le numerose iniziative della Società scientifica, come la settimana della prevenzione andrologica, si cerca di convincere la popolazione maschile e la coppia ad affrontare tempestivamente, con l'aiuto dell'andrologo, le cause che possono provocare infertilità o essere di ostacolo ad una armoniosa relazione di coppia.
«L'abolizione del servizio di leva obbligatorio e la relativa visita medica ci hanno privato del primo screening utile all'individuazione di eventuali patologie dell'apparato riproduttivo. I disturbi sessuali - precisa il professor Gentile - riguardano gli uomini di tutte le fasce di età; già nell'adolescenza sono presenti numerose patologie che, se trascurate, possono causare seri problemi in età adulta. Il varicocele, cioè la dilatazione delle vene che circondano il testicolo, interessa il 25 per cento degli adolescenti. L'infertilità riguarda oggi il 20-30 per cento delle coppie italiane e nel 40% dei casi è responsabile il fattore maschile. Molte malattie possono essere prevenute con visite andrologiche compiute nella prima infanzia-adolescenza, con la trasmissione di alcune semplici nozioni comportamentali o risolte con un corretto approccio diagnostico e terapeutico».
«L'andrologo assiste l'uomo lungo l'intero arco della sua vita. Alcune alterazioni della funzione sessuale e riproduttiva in età adulta hanno origine in problemi irrisolti o risolti tardivamente in età infantile. Nel bambino deve essere controllata la corretta formazione dei genitali esterni. Ricordiamo che il criptorchidismo (mancata discesa di uno o entrambi testicoli nello scroto) si ha in circa un bambino ogni 100. È considerato una delle cause più frequenti di sterilità ma anche di tumori testicolari. La fimosi, cioè l'impossibilità di scoprire il glande, è molto frequente nei primi anni di vita ed è una condizione fisiologica, ma se non si risolve spontaneamente, dopo i 4-5 anni si deve intervenire. Anche lo sviluppo puberale richiede una visita di controllo. La necessità di fare controlli andrologici nell'adulto, scaturisce prima di tutto dai dati epidemiologici che mostrano come in Italia il 12,8% degli uomini abbiamo problemi di erezione, il 30% lamenti eiaculazione precoce. Nell'età matura - ricorda il professor Gentile - i disturbi sessuali sono spesso frutto dello stress, del fumo, di una vita eccessivamente competitiva. La difficoltà di erezione potrebbe essere il primo campanello di allarme di altre malattie che non hanno ancora dato altri segni di se (Ipertensione, diabete, obesità).
Dopo i 60 anni il 50-60 per cento degli uomini manifesta problemi sessuali. Una indagine multicentrica internazionale effettuata su 14mila uomini ha inoltre recentemente confermato che, dopo i 50 anni, il 90% soffre di disturbi delle basse vie urinarie ed accusa una riduzione dell'attività sessuale. L'ipertrofia prostatica benigna, cioè l'ingrossamento della prostata, provoca disturbi in almeno la metà dei maschi con più di 50 anni. Dopo l'intervento chirurgico per un carcinoma prostatico, oggi è possibile curare in modo efficace le due più frequenti complicazioni dell'intervento: l'incontinenza urinaria e la disfunzione erettile. Per questo la Sia ha realizzato il «Progetto over 50», dedicato alla popolazione maschile matura che deve affrontare una fase delicata della propria vita.
L'andrologo può aiutare anche l'anziano di 70-80 anni nel combattere i sintomi della decadenza psicofisica (ipotrofia muscolare, depressione, osteoporosi) legati alla carenza di testosterone, il principale ormone maschile. Ben venga il sesso anche negli anziani, soprattutto se vissuto con quella saggezza che dovrebbe essere tipica della terza età. Il limite del ridicolo non va mai superato.
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