Gianfranco Gadolla, da dove partiamo?
«Dalle elezioni».
Ok, un risultato negativo per An.
«Non così positivo come me lo aspettavo».
Capisco che come presidente provinciale di An non possa dire di più, ma avete perso oltre 900 voti.
«Se è per questo molti non hanno votato, cè stato un exploit di Forza Italia e di Biasotti, comunque sì, effettivamente, in questi anni non abbiamo brillato come partito».
Quindi è colpa della vecchia dirigenza?
«Se si riferisce alle accuse fatte dallex segretario provinciale, Alfo Barbagallo, rispondo con un no comment, non mi interessano».
Beh, ha fatto accuse durissime...
«Sì, anche allindirizzo del nostro candidato sindaco Enrico Musso, al quale ho appena espresso la più ferma solidarietà mia e di tutto il partito. Checché ne dica Barbagallo non potevamo avere candidato migliore, e il partito, tutto il partito, ha dimostrato di appoggiarlo fino in fondo. Tutto il partito a parte piccolissime eccezioni».
Torniamo ad An. Avete perso un seggio in Provincia.
«In effetti il partito ha ottenuto un risultato modesto rispetto alla grande vittoria della coalizione. Un mese e mezzo di gestione è poco. Lo dico perché non credo giusto addossarmi tutte le colpe e tutti i meriti. Comunque il capo sono io e il capo è sempre responsabile, anche se non colpevole».
È colpa delle divisioni nel partito?
«Quali divisioni?»
Preferisce chiamarle spaccatura?
«Non vedo alcuna spaccatura».
Correnti?
«Lunica che conosco in an è quella degli storaciani. Per il resto siamo tutti con il presidente Fini. Che ho già sentito e che sabato sarà qui per una manifestazione importante. Gli ho proposto Recco perché a Recco abbiamo ottenuto un importante successo e lui ha accettato volentieri».
Gadolla, vuole dire che il partito è compatto?
«Il partito non è spaccato, lopinione di Barbagallo è soggettiva, ognuno può pensarla come vuole, ma tutto il partito marcia nella stessa direzione».
Sarà, però ha perso voti.
«Elezioni politiche a parte, qui ha sempre oscillato intorno al 6 per cento, piuttosto mi sembra abbia perso la sua identità. Mi auguro che tutti insieme si possa riorganizzare An. Sarà importante in questo senso il lavoro che sono chiamati a fare gli eletti, i consiglieri provinciali, comunali e municipali».
Da dove si riparte?
«Da Fini, sabato, a Recco. Anche lui mi ha detto di andare avanti per dare un futuro al partito».
Le elezioni hanno premiato candidati «gadolliani» e candidati non «gadolliani»?
«No, no, per favore, non esistono gadolliani. Siamo tutti per An e basta. A Casarza Ligure si è vinto per lottimo lavoro fatto dal consigliere comunale negli anni scorsi. A Rovegno abbiamo avuto il 30 per cento. I nostri candidati a Voltri, Arenzano, Albaro hanno fatto tutti benissimo. Poi non tutti possono essere eletti perché magari hanno lavorato in zone impossibili e cè una concorrenzialità interna per ottenere i seggi ottenuti. Ma questa è una guerra salutare. Che fa andare meglio tutti».
Insomma, se An non è andata bene non è colpa del congresso lacerante alla vigilia del voto?
«Non mi interessa guardare indietro, dobbiamo solo pensare al futuro, per ricompattare il partito. Io sono una persona paziente, accetto anche le critiche che vengono da fuori, ma il partito si muove compatto. Le cause? E chi può saperle? Limportante è che la nuova gestione possa fare meglio, per il solo bene di An. Ripeto lesempio di Musso: tutto il partito è con lui, nessuno escluso, anzi, uno solo escluso».
Unautoassoluzione per queste amministrative?
«So solo che con Forza Italia agguerrita, Biasotti che ha fatto molto bene, noi dobbiamo pensare ad aumentare i nostri consensi.
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