Il settore delle telecomunicazioni lanno scorso è andato davvero male. I suoi manager avevano alzato lasticella delle aspettative e ci avevano raccontato una storia tecnologica mirabolante. Just an illusion, come diceva la vecchia canzone. Il 2005 ha quindi rappresentato il purgatorio borsistico. Ma qualcosa sui mercati sta cambiando. Il venticello, che inevitabilmente riguarderà anche Telecom Italia, nasce da tre fattori.
Il primo è la pulizia di bilancio, a costo anche di sacrifici, che le società di tlc in giro per il mondo hanno messo in cantiere. Vodafone nei giorni scorsi ha deciso addirittura di uscire dal ricco mercato giapponese.
Il secondo fattore è quello dei cosiddetti multipli. Insomma come valutare unazienda di tlc. Anche se i paragoni sono sempre difficili, i valori che At&t sta pagando per assicurarsi Bell South sono di 2,5 punti superiori (sullEbitda) delle correnti valutazioni ad esempio di Telecom Italia. Insomma quando si compra e si vende si fanno i prezzi veri. E lAmerica nei giorni scorsi ha riportato in alto il consensus verso un mercato che nei mesi precedenti sembrava così depresso.
Terzo elemento che potrà catalizzare un risveglio dei titoli delle telecomunicazioni è il rinnovato interesse verso il settore da parte dei fondi di private equity. Investitori professionali che comprano società per poi rivenderle dopo qualche anno con lauto profitto. Arrivano sul mercato quando vi è molta liquidità, come oggi, ma anche quando uno specifico settore si considera potenzialmente in crescita. Nei giorni scorsi è circolato sul mercato il rumor che uno di questi fondi sia interessato a British Telecom. In questo scenario basta una scintilla per riportare interesse verso le tlc e verso Telecom Italia. Sono aziende, spesso molto indebitate, ma che generano una cassa da favola.
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