L’antigelo si chiama Mario Biondi

Stasera esorcizzeranno il freddo pungente di Milano con il calore del soul, col fervore emotivo del rhythm’n’blues, con la vivacità del funky che muove al ballo e alla danza. Insomma una notte di lirismo e divertimento in piazza Duomo, alle ore 21, per il Concerto di Natale organizzato dal Comune, con l’accoppiata Incognito-Mario Biondi. Sempre stasera, e sempre alle 21, chi alla danza preferisce la spiritualità, la rassegna «Musica dei cieli» chiama a raccolta alla Chiesa Santa Maria del Suffragio di corso XXII Marzo 33 i fan proponendo La lauda di San Francesco, con la voce e il violino di Angelo Branduardi.
Due spettacoli diametralmente diversi e sintomo della vivacità culturale della nostra città. Pienone garantito al Duomo con l’accoppiata Incognito-Biondi, già sperimentata con grande successo quest’estate a Taormina e a Umbria Jazz, e una band di 20 elementi. Gli Incognito pionieri dell’acid jazz che ormai piombano stabilmente a Milano (al club Blue Note sono una piacevole tradizione che richiama legioni di fan), insieme con Mario Biondi, il siciliano con la voce soul prepotentemente bassa e profonda (ora basta dire che è il Barry White italiano!) lanciato quasi per caso dopo aver inventato - con lo pseudonimo Was a Bee - un brano per il mercato orientale che poi si trasformò nel megasuccesso This Is What You Are. Biondi e Bluey (Jean-Paul Maunick, anima degli Incognito) si capiscono al volo e la loro partnership è finita anche in cd. L’ultimo album del gruppo britannico, Transatlantic R.P.M., contiene un paio incursioni di Biondi; il nostro artista canta Can’t Get Enough e duetta in Lowdown (vecchio hit di Boz Scaggs) con la scatenata Chaka Khan (un vecchio sogno di Biondi, che all’uscita del suo ultimo disco disse: «tra gli obiettivi della mia carriera c’è almeno un duetto con Chaka Khan»). Sarà comunque un gran concerto, con gli artisti che interpreteranno brani dai rispettivi repertori (Biondi ripercorrerà il suo cd dal vivo Yes You) per poi lanciarsi in improvvisazioni e sperimentazioni dettate dall’estro del momento.
Gli Incognito hanno un ricchissimo patrimonio di brani in cui pescare con un cocktail che unisce disco (tanta), funky (quanto basta), soul (per restare ancorati alle radici), jazz (per dare un pizzico di nobiltà all’insieme). Tra ballabili e ballate lente, accenni a Jimi Hendrix e a Stevie Wonder, la chitarra di Bluey (nato a Trinidad e inglese d’adozione) circondata da voci femminili e da un manipolo di maghi del «groove», sa come far divertire i fan senza mai scadere nella banalità e nel semplicismo.
Biondi ormai lo apprezzano tutti per la voce torbata, nera che più nera non si può, che plasma a suo piacimento il soul ma anche il pop e le ballate sentimentali. Una specie di Fausto Leali del nostro millennio, anche se i riferimenti artistici di Biondi sono molto più black e rimandano a Ray Charles, Otis Redding, Bill Withers, Michael McDonald, Booker T. & The MG’s. Insomma una serata da brividi, e non di freddo.
A Santa Maria del Suffragio atmosfera ascetica con Angelo Branduardi che presenta per l’ennesima volta la sua rilettura della Lauda di San Francesco. Il cantautore lombardo porta in giro l’opera, in forma di oratorio, dal 2006, quando la elaborò come seguito dell’album L’infinitamente piccolo; da allora si è trasformato in un trovatore che guida l’azione scenica, suona e racconta.

«Il mio San Francesco non è il poverello che parla agli animali, ma un uomo moderno pieno di dubbi. La musica sacra è spirituale e trascendente ma io quando suono non rimango inerte, aggiungo la mia natura carnale con i suoi difetti e le sue tentazioni».

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