La gente ora si consola al caldo nelle proprie case. E l’incubo delle 20 ore passate nelle auto sull’A1 paralizzata da neve e ghiaccio comincia a diventare un ricordo. Ma i disservizi legati a questa brutta pagina di cronaca nazionale non si possono archiviare. Lo sa il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che oggi riunisce attorno a un tavolo i vertici di Anas, Autostrade per l’Italia, Fs, Protezione civile perché – dice -«voglio capire cosa è successo». Lo sa anche l’Antitrust. Il suo presidente, Antonio Catricalà, è deciso ad aprire un’ istruttoria nei confronti delle società che «potrebbero non aver fornito ai viaggiatori le informazioni necessarie a scegliere se partire o no». «È inaccettabile – incalza - che un po’ di maltempo, previsto anche se intenso, abbia causato i disagi che migliaia di cittadini hanno subito nei giorni scorsi sulle strade e le ferrovie di uno dei Paesi tra i più industrializzati».
Qualcuno deve pagare, dunque. A suon di sanzioni. Com’è successo, ricorda Catricalà, per l’ingorgo chilometrico creato durante l’esodo nell’agosto 2009 (ma la multa è stata sospesa dal Tar). «I cittadini e le associazioni dei consumatori – commenta Catricalà - non possono essere lasciati soli di fronte alla disattenzione dei monopolisti concessionari di servizi pubblici fondamentali».
Da oggi, insomma, si apre una specie di «processo». Ed ecco chi sono gli enti sotto accusa e le (presunte) responsabilità.
I gestori delle strade
Sono tanti gli automobilisti che contestano i cartelli luminosi piazzati all’ingresso dell’A1 di Incisa. Venerdì c’era scritto: «Per Roma, code a tratti». Un messaggio che non lascia presagire la catastrofe: una coda la sopporti, il gelo di una notte, meno. Si potevano dare informazioni più accurate? E poi, a caos avvenuto, Anas e Autostrade hanno fatto tutto il possibile per evitare il peggio? Racconta un’automobilista: «I pannelli nel pomeriggio di venerdì erano tranquillizzanti, code a tratti, per chi frequenta questa autostrada, sono la norma. Il problema è che appena entrato sono rimasto fermo, bloccato, per dieci ore. In un'ora ho percorso qualche metro. Nessuno ci informava su nulla, le radio davano poche notizie, non si capiva quel che stava succedendo. Ho visto entrare, con me, mezzi pesanti senza catene. Ma perché li hanno fatti entrare? Perché non dare messaggi più chiari sui pannelli». Proprio questo è il tema più delicato: il concessionario che riscuote i pedaggi autostradali, stando alle regole, «si assume l’obbligo di provvedere, a propria cura e spese, all’esercizio dell’autostrada per tutta la durata della concessione nonché al mantenimento e la promozione di un servizio di soccorso stradale che è remunerato direttamente ed esclusivamente attraverso la riscossione del pedaggio autostradale».
Gli angeli delle emergenze
Il capo della Protezione civile , Franco Gabrielli, si discolpa per quello che è avvenuto in Toscana e critica «il sistematico disinteresse degli italiani che si sono messi in auto senza attrezzature adeguate». Ma bastavano un paio di catene a bordo per evitare il delirio generale? E il suo ex Bertolaso avrebbe risposto allo stesso modo in un momento così delicato? Dunque, anche la Protezione civile potrebbe essere accusata di mancata diligenza. Il Codacons, del resto, non ha dubbi. E oggi presenterà un esposto «per interruzione del pubblico servizio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione di soccorso». Così , il caos del ghiaccio nei giorni di venerdì e sabato, finirà anche sul tavolo delle procure territorialmente competenti oltre che sul tavolo di Matteoli.
Il sindaco di Firenze
Anche Matteo Renzi è uscito con le ossa rotte da questa vicenda. Ma ammette pubblicamente le sue colpe. «Noto sui giornali che molti politici praticano lo scaricabarile. Io non sono così. Sono il sindaco e mi prendo la colpa per il venerdì nero in città. Finita l'emergenza lavoreremo sui nostri errori. Ma per il rispetto che si deve a Firenze - fa notare il sindaco - si sappia che da noi venerdì sera le strade erano già sbloccate. Chi ha dormito fuori lo ha fatto perché era in autostrada o bloccato dai treni, non per colpa di Firenze». Nella sua città, lo ricordiamo, c’è stata la paralisi. Si erano praticamente bloccati tutti i mezzi di trasporto, compresa la tramvia fermata per motivi di sicurezza. E gli autobus, per quanto fossero pronti all'emergenza, sono rimasti imbottigliati nel traffico.
Gli uomini delle Ferrovie
Pure i vertici delle Fs sono chiamati a rapporto da Matteoli. E basta un esempio per capire che qualcosa non funziona nella gestione delle emergenze. La stazione di Santa Maria Novella a Firenze, per esempio, è rimasta paralizzata da venerdì a mezzogiorno a sabato pomeriggio. Tutte le tratte sono rimaste parzialmente o completamente coinvolte. Scarsissime le informazioni per migliaia di lavoratori e studenti.
La «colpa» ricade sugli scambi ghiacciati, ma ai viaggiatori non basta. Anche perché Fs, sul suo sito, avrebbe fornito dati nazionali sui treni partiti, ma il disastro era concentrato nel capoluogo toscano: in oltre 7 ore, sono partiti solo 5 convogli zeppi di persone inferocite. La Polfer è stata costretta a presidiare le porte per consentirne la chiusura. In tilt anche l'Alta Velocità: molti tragitti cancellati, altri dirottati. È normale che la neve metta in ginocchio il nostro sistema ferroviario? Ed è stato rispettato l’obbligo di informazione e quello di assistenza gratuita ai passeggeri in caso di disagi?
I poteri delle Prefetture
Quando gli altri enti sono incapaci di intervenire tempestivamente nelle emergenze, dovrebbero intervenire le Prefetture, anche a bloccare il traffico. Ma in Toscana nessuno ha fatto scattare divieti preventivi. Eppure, la Protezione civile il 14 aveva avvertito tutti di quanto stava per accadere. Ma né l’Anas, né Autostrade, né il sindaco di Firenze, insomma, nessun responsabile, ha posto divieti. Compreso i prefetti che, come conferma lo stesso ministro Matteoli, «hanno avuto in tempo la comunicazione della gravità dell’evento».
Nevica sugli autotrasportatori
Qualcuno ha tirato in ballo anche loro. Molti camion erano sprovvisti di catene e gli ingorghi sull’A1 sono stati causati da tir messi di traverso a causa del ghiaccio. Ma gli autotrasportatori, non vogliono assumersi la responsabilità di quanto avvenuto.
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