Dalle banche alle poste, dalle assicurazioni ai trasporti, senza trascurare i carburanti: è una carrellata su tutti i settori «sensibili» dal punto di vista della concorrenza quella proposta dallAntitrust. I temi non sono nuovi, loccasione sì: si tratta della prima legge annuale sulla concorrenza - che dovrebbe essere predisposta per linizio dellestate - , in vista della quale lAutorità guidata da Antonio Catricalà ha inviato la corposa segnalazione a governo e Parlamento, come una sorta di riepilogo di tutte le osservazioni sollevate negli ultimi mesi.
Per lAntitrust «lelemento di maggiore problematicità resta quello degli assetti di governance delle banche e delle assicurazioni: lampia diffusione di legami azionari e personali fra operatori concorrenti e la figura ambigua dellamministratore indipendente sono elementi che concorrono ad ostacolare linstaurarsi di una reale concorrenza nei mercati dei servizi finali. Il legislatore dovrebbe intervenire con una legge di principi lasciando agli statuti la loro attuazione», si legge nella nota.
Altre richieste inserite nella segnalazione sono leliminazione di mercati riservati per il settore postale; per le ferrovie, più gare e distinzione chiara tra servizio pubblico e settori aperti alla concorrenza; gare anche per autostrade e aeroporti, con durata delle concessioni adeguate; istituzione di due regolatori indipendenti su poste e trasporti senza creare nuove authority; riforma della distribuzione dei carburanti e modifica delle norme sullo stoccaggio.
Cè poi limportante capitolo dei poteri dellAntitrust. LAutorità, come già aveva preannunciato, chiede di allargarne il perimetro, ottenendo anche la possibilità di «sollevare, direttamente nellambito dei propri procedimenti di accertamento di illeciti o per il tramite del Consiglio dei ministri, questioni di legittimità costituzionale in relazione a normative che violano il principio costituzionalmente protetto della libera concorrenza». LAntitrust dovrebbe inoltre poter «impugnare davanti al giudice amministrativo gli atti della pubblica amministrazione di particolare rilevanza economica che violino norme comunitarie e nazionali a tutela della concorrenza, al fine di incentivare al massimo il ricorso a procedure di gara trasparenti e non discriminatorie negli atti pubblici in materia di concessioni o appalti» e, infine, poter «inibire, in via amministrativa, le clausole vessatorie inserite nei contratti di massa standardizzati».
Proposte vigorosamente appoggiate dal Movimento dei consumatori: «È il momento di agire concretamente sulla strada delle liberalizzazioni, anche dando maggiori poteri allAutorità per tutelare meglio la concorrenza e i consumatori», dice il presidente Lorenzo Miozzi.