Cronaca locale

L’Antonia di Vassalli strega contemporanea

Mele scarlatte e profumate infilate su spiedi acuminati, lumi di candele, una seggiola e una donna che narra, nello spazio nudo della scena. Questa l’atmosfera soffusa e ammaliante dello spettacolo di Teatro Cargo “La Strega”, in prima milanese al Teatro Litta da venerdì 10 a domenica 19 ottobre. L’ispirazione arriva da un capolavoro letterario, “La Chimera”, il romanzo storico che Sebastiano Vassalli pubblicò per Einaudi nel 1990, vincitore del Premio Strega e annoverato tra i più venduti, ristampati e tradotti all’estero. “Un romanzo indimenticabile” come lo definisce Laura Sicignano che ne cura adattamento e regia realizzando uno spettacolo intimo e potente, semplice ed essenziale, come la storia che racconta. Le pagine si fanno voce e un’attrice, Fiammetta Bellone, immerge lo spettatore nel mondo di Antonia, deposta in fasce, in una notte di gennaio del 1590, davanti ad un orfanotrofio di Novara e condannata al rogo come strega nel settembre del 1610, dopo aver subito violenze e torture. “La Strega” è la storia di una donna che ha come unica colpa la sua bellezza unita ad un vivace spirito di ribellione, che fa di lei una figura moderna e certo difficilmente accettabile nei tempi bui in cui si trova a vivere. Antonia cresce con una coppia di contadini che la adottano e vive in un mondo fatto di poveri cristi: mendicanti, soldati mercenari, spacciatori di finte reliquie, falsi preti, pazzi, comari maligne e pettegole, nel clima della Controriforma. Si innamora di Gaspare, un camminante, ossia un vagabondo, e spesso lo incontra di nascosto la notte, ignara di quello in cui le malelingue avrebbero potuto trasformare la storia d’amore tra due ragazzi. In paese infatti iniziano a circolare voci orribili sul suo conto e chi l’ha vista scomparire nel bosco tutte le notti crede prenda parte a dei Sabba di streghe. Subito è il vuoto intorno alla bella ragazza dai capelli neri e dai tratti spagnoleggianti, subito pullulano leggende sui presunti malefici da lei compiuti. Da qui il processo.

Antonia si trova davanti all'Inquisitore e una fila di testimoni depone contro di lei, non c’è scampo, e a 20 anni la sua vita è tragicamente spezzata.

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