RomaIl consiglio nazionale dellOrdine dei giornalisti deciderà oggi se confermare la sospensione di sei mesi dallordine per il direttore editoriale del Giornale Vittorio Feltri. E dal Pdl parte un appello corale: la sospensione sarebbe «un danno gravissimo» alle idee libere. Alla Camera e al Senato è stato fatto circolare un documento di solidarietà a Feltri con un invito aperto ai consiglieri dellOrdine. Ieri pomeriggio era stato firmato da 74 deputati e da 4 senatori, tra i quali il capogruppo Maurizio Gasparri. A sinistra, invece, non si è mossa una foglia. Feltri sarà giudicato per i suoi editoriali sul caso Boffo e per gli articoli firmati da Renato Farina su il Giornale su Libero dopo la sua radiazione dallOrdine. «Nel caso di una qualsiasi forma di sospensione - scrivono i 78 deputati e senatori del Pdl - il danno inflitto alla libera circolazione delle idee sarebbe gravissimo, tanto più in un momento così travagliato della vita del Paese». I parlamentari chiedono che non si «pratichi una censura preventiva nei confronti di una firma prestigiosa del giornalismo, privando una larga fetta dellopinione pubblica del diritto a vedere rappresentato il proprio pensiero da Vittorio Feltri». Una sospensione di Feltri, «fosse anche per un giorno» sarebbe «una ferita alla coesione sociale del nostro Paese oltre che allarticolo 21 della Costituzione. Consegniamo questo appello pubblico - conclude il documento - ai consiglieri dellOrdine invocandone il senso di responsabilità e la rinuncia ad odi di fazione o invidie», affinché prevalga «il bene comune che oggi esclude possa essere estromessa dal libero gioco delle idee una voce, per di più così importante». È ottimista il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Sono certo che la lungimiranza e lequità di un organo come il Consiglio dellOrdine dei giornalisti saprà valutare in modo indipendente una voce libera come quella di Vittorio Feltri».
È sorpreso del silenzio a sinistra il portavoce del Pdl Daniele Capezzone: «Sarebbe bene che anche voci e firme di sinistra si esprimessero». Sarebbe infatti «una triste morale della favola» se fosse confermato che «in Italia vale il meccanismo dei due pesi e delle due misure: chi è sospettabile di vicinanza politica, culturale, civile, al centrodestra berlusconiano è per ciò stesso un bersaglio».
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