L’appello di Benedetto XVI: «Deponete le armi subito»

Il messaggio di Ratzinger ispirato alla enciclica «Pacem in terris» di Giovanni XXIII

Andrea Tornielli

da Castelgandolfo

«Nel nome di Dio mi rivolgo a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente si depongano le armi da ogni parte!». La voce di Benedetto XVI è forte e decisa mentre pronuncia un nuovo accorato appello in favore di una tregua. Il Papa, che è giunto a Castelgandolfo dopo aver lasciato la Valle d’Aosta, ha dedicato quasi interamente il discorso dell’Angelus alla grave crisi mediorientale proprio nel giorno in cui si è avuta notizia del bombardamento israeliano che ha provocato 55 vittime a Cana, nel sud del Libano, la metà delle quali sono bambini. Gruppi di civili innocenti che non avevano potuto lasciare i loro villaggi e avevano cercato riparo in un rifugio di fortuna.
Benedetto XVI non incomincia dalle richieste, dall’appello per il cessate il fuoco, ma fa prima una panoramica sulla drammatica situazione che si vive nelle zone teatro di guerra. «In questo momento – dice Ratzinger – non posso non pensare alla situazione, sempre più grave e tragica, che sta vivendo il Medio Oriente: centinaia di morti, moltissimi feriti, una massa ingente di senzatetto e di sfollati, case, città ed infrastrutture distrutte, mentre nei cuori di molti sembrano crescere l’odio e la volontà di vendetta». «Questi fatti – aggiunge il Papa – dimostrano chiaramente che non si può ristabilire la giustizia, creare un ordine nuovo ed edificare una pace autentica quando si ricorre allo strumento della violenza. Più che mai vediamo come sia profetica e, insieme, realista la voce della Chiesa, quando, di fronte alle guerre e ai conflitti di ogni genere, indica il cammino della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà». Sono i principi contenuti nell’enciclica «Pacem in terris», pubblicata da Giovanni XXIII nel 1963. Sono i principi in base ai quali, in queste ultime settimane, il Pontefice e i massimi esponenti della diplomazia vaticana hanno potuto ripetere che la spirale di violenza, i barbari attacchi terroristici ma anche le indiscriminate rappresaglie, non possono mai produrre effetti positivi. La via da percorrere è quella segnata dall’anziano «Papa buono», oggi beato, che indicava proprio in quei quattro pilastri i fondamenti della pace. «Questo cammino – ha ripetuto ieri Benedetto XVI – l’umanità deve anche oggi percorrere per conseguire il desiderato bene della vera pace». In particolare, nei giorni scorsi lo stesso Pontefice aveva chiesto che sia rispettata l’integrità di un Paese sovrano qual è il Libano, aveva parlato del diritto di Israele di vivere in pace e del diritto dei palestinesi di avere una patria.
Il Papa si è quindi appellato ai protagonisti del conflitto e alle organizzazioni internazionali, chiedendo ai primi di deporre le armi e alle seconde di non lasciare nulla di intentato per far ripartire il dialogo. «Nel nome di Dio mi rivolgo a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente si depongano le armi da ogni parte! Ai governanti e alle istituzioni internazionali chiedo di non risparmiare nessuno sforzo per ottenere questa necessaria cessazione delle ostilità e per poter iniziare così a costruire, mediante il dialogo, una durevole e stabile convivenza di tutti i popoli del Medio Oriente».
«Agli uomini di buona volontà – ha concluso Benedetto XVI – chiedo di continuare ed intensificare l’invio degli aiuti umanitari a quelle popolazioni tanto provate e bisognose. Ma soprattutto continui ad elevarsi da ogni cuore la fiduciosa preghiera a Dio buono e misericordioso, affinché conceda la sua pace a quella regione e al mondo intero.

Affidiamo quest’accorata supplica all’intercessione di Maria, madre del principe della pace e regina della pace, tanto venerata nei Paesi mediorientali, dove speriamo di veder presto regnare quella riconciliazione per la quale il Signore Gesù ha offerto il suo sangue prezioso».

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