Roma

L’appello dei commercianti: «Più controlli e meno divieti»

Ieri incontro sulla sicurezza nel Lazio Il prefetto: «Non tutto può gravare sulle forze dell’ordine»

L’appello dei commercianti: «Più controlli e meno divieti»

Stefania Scarpa

Roma è una delle capitali più sicure in Europa, tra i commercianti, tuttavia, permane un senso di insicurezza: serve una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio e non una politica dei divieti, specie nel centro storico della capitale: dalla Ztl notturna in centro alla chiusura anticipata dei locali, dal divieto della vendita di bevande da asporto a Campo de’ Fiori all’imposizione di biglietti solo nominativi per lo stadio.
Sono le principali richieste che arrivano dalla Confcommercio regionale che ieri ha organizzato un convegno sul tema «Sicurezza nel Lazio: imprenditori e istituzioni a confronto». Protagonisti il presidente Confcommercio di Roma e Lazio Cesare Pambianchi, il prefetto di Roma Achille Serra e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. «Non riteniamo che si possa proseguire con la politica dei divieti - ha osservato Pambianchi -. C’è la sensazione che si stia perdendo il controllo del territorio e che alla difficoltà di trovare soluzioni si stia ovviando con la politica dei divieti. Così come non si riesce a risolvere il problema del traffico e si decide di istituire la Ztl notturna». I principali problemi lamentati dai commercianti sono: la vendita di merce contraffatta specie a Roma e sul litorale laziale, gli ambulanti abusivi soprattutto nella capitale e nei capoluoghi di provincia, microcriminalità diffusa, fenomeno dell’usura, del racket e delle estorsioni specie a Roma, Latina e Frosinone e il riciclaggio.
Sul piano della prevenzione, secondo la Confcommercio, è necessaria una presenza più capillare dei commissariati di zona, specie nei quartieri di nuova edificazione: da Bufalotta al Parco Leonardo a quelli lungo la via del Mare, più poliziotti di quartiere, più attività di intelligence per individuare i centri di smistamento e i laboratori dove si producono marchi contraffatti, garantire formazione agli immigrati. Sul fronte della repressione, infine, si chiede di istituire un apposito nucleo per combattere gli illeciti ai danni delle imprese commerciali e l’installazione di telecamere sulle vie principali dello shopping. «Si è già fatto all’Eur - ha osservato Pambianchi -, siamo pronti a rinunciare alla privacy. Vanno individuate le strade e fatto un piano organico della sicurezza».
L’ultimo rapporto sulla criminalità nel Lazio presentato dalla prefettura nel 2004, registra un lieve aumento della delittuosità (+4,8 per cento nel 2003 rispetto al 2002, con una diminuzione dei furti nei negozi dell’1 per cento). Per Pambianchi «è necessario un piano organico di sicurezza che coinvolga tutti gli attori coinvolti. Non si può infatti nascondere preoccupazione verso sistemi di controllo che a volte sentiamo venir meno». «Non è possibile delegare la soluzione di tutti i problemi relativi alla sicurezza esclusivamente alle forze dell’ordine, per le quali sono garante di un lavoro imponente, forte e costante», ha replicato il prefetto. «Condivido con Marrazzo la necessità della collaborazione tra enti locali e istituzioni - ha aggiunto - ed è fondamentale iniziare a pensare concretamente al fatto che non tutti i problemi possono essere risolti dalle forze dell’ordine».

Serra ha ricordato l’intervento del presidente della Confcommercio di Roma: «Pambianchi ha detto che le forze dell’ordine non sono sempre presenti, ma siamo arrivati a un punto in cui ogni cittadino per sentirsi più sicuro avrebbe bisogno di una volante della polizia o dei carabinieri in ogni strada della città: non ce lo possiamo permettere».

Commenti