L’appello di Grillo: «Litigare è suicida, azzurri siate uniti»

L’appello di Grillo: «Litigare è suicida, azzurri siate uniti»

Paola Setti

Al centro c’è un partito «presidenzialista e ben organizzato». Poi ti spingi in periferia e incontri «tanti che si credono dei piccoli Berlusconi, immaginano di poter fare quello che vogliono e invece fanno solo danni». Luigi Grillo il senatare di Forza Italia era certo che gli screzi non si sarebbero trasformati in voragini, che il buon senso sarebbe prevalso. Macché. Domenica prossima si vota e gli esponenti azzurri che fanno? Si azzuffano fra loro. E mica dove sanno di perdere, no, proprio dove di solito l’elettorato li premia con percentuali da plebiscito.
Guardate Borghetto e poi voltatevi a sbirciare Brugnato. Stesse liti stesso «atteggiamento suicida»: due candidati contrapposti, entrambi di Forza Italia. Con contorno di velenosi dispetti e veleni dispettosi. «È la politica che è venuta meno, è una inconcepibile manifestazione di impotenza» avverte Grillo. Di qui l’appello: «Da parlamentare sento il dovere di predicare l’unità, in Forza Italia e nella Casa delle Libertà. Quando restiamo uniti otteniamo risultati positivi, dalle spaccature invece arrivano sempre cose negative».
Le vicende di Brugnato lo hanno colpito in particolar modo. Il sindaco uscente Claudio Galante che s’è ritrovato in guerra con il capogruppo in Regione Luigi Morgillo e con il candidato, avversario eppure azzurro lui pure, Paolo Gregori. la campagna elettorale trasformata in un campo di battaglia fra accuse e contrattacchi, la dialettica che in poco tempo è sfociata in guerriglia e vaglielo a spiegare a quegli elettori che «ci dimostrano fiducia da sempre e che anche alle ultime elezioni politiche ci hanno premiati con il 75 per cento dei consensi». Non si può spiegare e non ci si deve ritrovare nella condizione di doverlo fare, lamenta Grillo. «Ma con quale coraggio e con quale coerenza ci spacchiamo non dove siamo e saremo all’opposizione, ma proprio là dove siamo dominanti, là dove governiamo e governeremo? È in-con-ce-pi-bi-le» scandisce.
Queste cose le avrebbe volute dire sulla faccia dei duellanti ieri, al coordinamento regionale del partito che invece è slittato a lunedì prossimo, a tre ore dopo la chiusura delle urne delle amministrative, perché ieri il coordinatore ligure Enrico Nan doveva essere alla Camera, dove iniziava il dibattito in vista della fiducia, oggi, al governo Prodi.
Lo stesso Nan ha richiamato all’ordine Galante e Morgillo: «Sono certo che vorrete far decantare le cose e che saprete abbassare i toni» ha detto a entrambi al telefono.
Gigi il pacificatore ha deciso di scendere in campo con il peso di una strigliata: «Questi comportamenti sono sciagurati, tanto più in questo momento in cui i nostri avversari di centrosinistra sono determinati a fare il partito democratico e anche noi dovremmo concentrarci sul partito unico. Le divisioni in Forza Italia sono controproducenti e vanno eliminate».
Le orecchie tirate paiono essere soprattutto quelle di Morgillo, ma Grillo non entra nel merito perché non vuole farne una questione personale: «Io dico solo che ci vuole buon senso ed equilibrio, soprattutto da parte di chi ricopre incarichi dirigenziali».

Le divisioni non vanno alimentate, ma sedate: «Dobbiamo lavorare affinché prevalga la regola della tolleranza e della comprensione, altrimenti prevarranno le fratture e i risultati saranno negativi». Non si stanca di ripeterlo, il senatore: «Queste cose fanno male. E questi sono comportamenti suicidi». Il 27 e 28 maggio si vota.

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