Hanno lasciato il segno. Nel bene e nel male. Sono i leader mondiali che nel corso della storia hanno preso parte alle sessioni delle Nazioni Unite lasciando un marchio indelebile. Con i loro tic o con i loro messaggi rimbalzati sui media di tutto il mondo, stuzzicati da una passerella internazionale. Così Gheddafi è solo lultimo di una lista che potrebbe cominciare nellottobre del 1960, durante una seduta della quindicesima assemblea generale dellOnu. In quelloccasione lallora segretario generale del Pcus, Nikita Krusciov, per manifestare il suo dissenso contro un intervento antisovietico di un delegato delle Filippine, cominciò a pestare i pugni sul tavolo e poi, visto che quello continuava, si tolse le scarpe e si mise a battere anche quelle, sempre sul tavolo.
Yasser Arafat, nel 1974, fece un discorso memorabile e per anni le guide che accompagnavano le scolaresche mostrarono il podio dove era stata collocata per lui la poltrona dallalto schienale riservata ai capi di Stato. Il leader dellOlp - ricordano le cronache - disse che avrebbe tenuto in una mano il fucile e nellaltra un ramoscello dulivo. Dopo 19 anni anni, nel 1993, si presentò invece con una borsa vuota, come a dire che, per fare la pace con Israele, i palestinesi avevano bisogno del sostegno economico dellOnu.
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