L’arbitro non era razzista

Non gli aveva detto «Stai zitto, 5, negro di m...». Non lo aveva insultato per il colore della pelle. E allora, che si sia inventato tutto? Che abbia voluto cavalcare il destriero del buonismo a senso unico?
Una cosa è certa: è stato archiviato dalla Procura federale il procedimento avviato a carico dell'arbitro Mauro Macoli di Bergamo, accusato di razzismo da un calciatore di Terza Categoria. È caduta dunque l'accusa nei confronti del direttore di gara, in quanto è risultato che non avrebbe pronunciato frasi a contenuto razzista. L'episodio risale al mese di novembre, quando, dopo l'incontro Lecchese-Valmadrera disputato a Lecco, il giocatore di colore Alessandro Bernasconi, capitano della Lecchese, denunciò di essere stato insultato dall'arbitro. Espulso durante la partita, aveva forse intravisto la via d’uscita accusando a sua volta. Una cosa ben poco qualificante, in un paese in cui non si verifica mai nulla.

L'arbitro aveva sempre negato ogni addebito, a ragione. Bernasconi era stato squalificato per quattro giornate in conseguenza dell'espulsione. E adesso, se la Giustizia sportiva è seria, apre un fascicolo sul giocatore.

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