L’area archeologica dei Fori trasformata in un immondezzaio

Nessuno pulisce nelle zone più frequentate dai visitatori stranieri

«L’idea di vedere qualcosa che è stato fermo per tanti secoli è emozionante». Sono parole del sindaco Walter Veltroni non riferite agli addetti dell’Ama, ma al ritrovamento della tomba a incinerazione, risalente al X secolo avanti Cristo, riportata alla luce il 19 gennaio scorso dagli archeologi durante gli scavi al foro di Cesare. Quel giorno il primo cittadino si è precipitato nell’area del ritrovamento - a poca distanza dal Campidoglio - dove è stato puntualmente fotografato accanto ai dirigenti della Sovrintendenza. Se avesse raggiunto il Foro a piedi, però, sarebbe bastato alzare lo sguardo e dare un’occhiata ai dintorni per rendersi conto di persona della sporcizia e dello stato di degrado nel quale versa il cuore storico-archeologico della città che ogni anno richiama milioni di visitatori. Siccome sappiamo che il sindaco è tanto impegnato (ogni giorno decine di incontri, con discorsi da tenere, mani da stringere, nastri da tagliare) lo abbiamo fatto noi un giro ai Fori, assieme al fotografo, per mostrargli quello che lui non vede.

Come si può notare dalle immagini che pubblichiamo, c’è di tutto: dalle cartacce ai fili elettrici volanti che attraversano scale di molti secoli fa; dalle cassette della frutta stipate ai piedi del monumento a Giulio Cesare ai ricoveri per barboni; dalle bottiglie di birra ai portafogli rubati (a proposito: quello che si vede nella foto è stato consegnato ai carabinieri). La vogliamo dare una tiratina d’orecchi a qualcuno?

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