Roma

L’arma della CdL? La concretezza

Claudio Pompei

Per la prima volta dal 1996, i prezzi dei medicinali non solo non hanno registrato aumenti di prezzo, ma addirittura sono calati dello 0,3%. Un risultato dovuto innanzitutto al blocco dei prezzi dei farmaci a carico dei cittadini, che ha impedito ulteriori aumenti. La riduzione dei prezzi è dovuta anche alla politica voluta dal ministro Storace che ha convinto i farmacisti a praticare sconti in misura via via crescente sui medicinali senza obbligo di ricetta medica. Ma chi rende applicabili nella pratica le direttive del ministro è soprattutto il sottosegretario Cesare Cursi che proprio lunedì scorso ha ricordato a Federfarma che «per un dovere di trasparenza è necessario applicare al più presto l’accordo del 9 dicembre scorso che prevedeva di apporre delle vetrofanie nelle farmacie con l’indicazione dello sconto per i farmaci». In risposta all’invito-richiamo di Cursi, Federfarma ha già provveduto a inviare a tutte le farmacie i cartelli a colori, di formato 42 x 55 centimetri, per informare i cittadini sulla percentuale di sconto praticata da ciascuna farmacia sui medicinali senza obbligo di ricetta. Cursi era sottosegretario già con il ministro Girolamo Sirchia e quindi rappresenta l’elemento di continuità al ministero della Salute, anche se l’arrivo di Storace è coinciso con un ampliamento delle deleghe a lui stesso attribuite.
Al di là dei risultati sui prezzi dei farmaci, che bilancio si può tracciare dell’attività del ministero della Salute?
«Sarebbe ridicolo da parte mia esprimere giudizi sull’operato del ministero, ma mi posso limitare a fornire dei dati incontrovertibili che credo non abbiano bisogno di commenti».
Eppure la sanità è spesso al centro di lamentele e proteste...
«Intanto bisogna precisare, per esempio, che ospedali e Asl dipendono dalle Regioni. Certamente si possono migliorare servizi e assistenza. Però con il governo Berlusconi, dal 2000 al 2005, l’incremento delle risorse per il servizio sanitario nazionale è stato di oltre 25 miliardi di euro. Soltanto con la finanziaria del 2006 il totale delle risorse destinate alle Regioni è stato portato a 93 miliardi e 213 milioni di euro. Non solo. Con la stessa finanziaria abbiamo messo a disposizione altri due miliardi di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa, indicando nuove regole e un sistema correttivo che costringa le regioni a fissare dei tetti massimi superati i quali dovranno essere rimborsati esami e prestazioni effettuati in strutture convenzionate».
Si poteva fare di più?
«Cos’è, una domanda provocatoria? Guardi che non ho nemmeno accennato a tutte le altre cose che abbiamo realizzato, a cominciare dalle emergenze. Mi riferisco, per esempio, ai controlli e alla prevenzione per l’influenza aviaria, con l’attivazione di una rete alla quale hanno dato il loro contributo i veterinari. Ma anche alle verifiche in materia di sicurezza alimentare. Vogliamo parlare del Piano sanitario nazionale 2006-2008 per la prima volta concertato con tutti i soggetti interessati? O dell’aumento dei fondi destinati alla ricerca sanitaria, passati da 185 a 285 milioni di euro? O degli altri 100 milioni di euro per un programma straordinario sulla ricerca oncologica?».
Come senatore eletto a Roma, cosa pensa della corsa per il Campidoglio?
«Innanzitutto anche in questo campo bisognerebbe sgombrare il campo dagli equivoci e cominciare a dimostrare con cifre e fatti che quello della popolarità veltroniana è un falso mito. L’attuale sindaco ha dimostrato di non avere rivali soprattutto nel settore dell’informazione. Si è dotato di una formidabile struttura comunicativa che ingigantisce la sua immagine. Ma se andiamo a vedere la realtà, è tutt’altro che positiva».
A cosa si riferisce?
«Ai problemi che Veltroni non ha nemmeno affrontato. Le periferie abbandonate, dopo 13 anni di giunte di sinistra, sulle quali si è levato addirittura il monito di Prodi in seguito alla rivolta parigina. Lo smog, notevolmente peggiorato dopo anni di provvedimenti di facciata. Il traffico, che continua ad attanagliare la città senza alcuna prospettiva di miglioramento. L’inefficienza del trasporto pubblico, testimoniata dai dati di fonte Atac che registrano una diminuzione del 24 per cento degli utenti negli ultimi otto anni. E quando arriva l’inverno, come in questi giorni, bisogna fare la gimkana per non finire in qualche buca stradale».
Cionostante Veltroni appare sicuro di sé...
«Ripeto, è abilissimo nel curare la sua immagine. E a volte nell’appropriarsi di meriti non suoi; come, per esempio, nel caso dell’apertura dei cantieri per la metro C, una grande opera finanziata al 70 per cento dal governo Berlusconi. Invece sembra l’abbia voluta solo lui. Così è stato per altre realizzazioni, come la terza corsia del Gra».
Però, nessuno lo contrasta su questo terreno.
«Forse dovremmo fare un po’ di autocritica. Noi, all’inverso, non abbiamo comunicato abbastanza. Una carenza alla quale il presidente del Consiglio sta cercando di porre riparo. E forse avremmo dovuto coinvolgere con più sistematicità nella presentazione delle grandi opere i rappresentanti della CdL negli enti locali».
Il centrodestra con tre candidati: cosa ne pensa?
«Sono certo che si arriverà all’indicazione di una candidatura unica. Intanto, però, non è un male avere più “punte” in attacco. Secondo me è più che legittimo che An abbia messo in campo un suo candidato: intanto si tratta di un personaggio di primissimo piano. Alemanno è uno dei più importanti ministri del governo. E poi Roma è una città nella quale il nostro partito ha raggiunto risultati elettorali superiori al 30 per cento. Più recentemente, alle regionali, contando anche i voti della Lista Storace, eravamo al 24 per cento.

Quello che conta, comunque, è riuscire ad arrivare al ballottaggio e poi battere Veltroni con il contributo di tutte le forze del centrodestra».

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