L’arma? Sì ma non solo per difesa personale

Sono stati i primi a chiedere l’arma. Ma ora annunciano il ricorso al Tar, perché la delibera Alemanno non li soddisfa. Lo hanno detto ieri Mauro Cordova, segretario romano dell’Arvu, 6mila vigili urbani aderenti nella capitale, e Luigi Marucci presidente nazionale dell’Ospol, l’organizzazione sindacale delle polizie municipali. «Questo regolamento non ci convince - rimarca Marucci -. Ci equipara di fatto ai vigilantes privati. Anzi ai gioielleri, agli orologiai, a tutte quelle persone che per motivi di sicurezza chiedono il porto d’armi. Di fatto ci relega al rango di polizia di serie B». Il nuovo regolamento prevede che entro 60 giorni ogni vigile dica sì o no all’arma. «Ma in queste condizioni, ossia a solo scopo di difesa personale, il 50-60% dei vigili non vuole la pistola in dotazione» dicono Arvu e Ospol: «In particolare non la vuole nessuno del III e VI gruppo. Il regolamento, così com’è, non ci piace».
La contesa nasce da lontano. Per 15 anni il centrosinistra ha detto no alla pistola. Nel solo 2007 erano stati 350 i vigili in servizio finiti al pronto soccorso. Poi la vittoria di Alemanno. E a gennaio 2009, con la delibera 99, finalmente il sì del Comune: i vigili avranno la pistola, a scopo di difesa personale, salvo i casi di obiezione di coscienza. Un grosso risultato. Ma le polemiche non per questo erano rientrate. «Ringraziamo Alemanno per aver mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale - aveva replicato l’Arvu -. Siamo contrari però a questo regolamento. Con l’arma in dotazione solo per difesa personale, di fronte a un giudice sarà dura difendersi dalle denunce». Arvu e Ospol rincarano la dose. Al centro della disputa, anche la questione armerie. Nessun gruppo ne dispone, motivo per cui il vigile smontato dal servizio dovrebbe portare l’arma con sè. Cosa che i vigili non vogliono. La scadenza per esprimersi a favore o meno dell’arma è il 27 aprile. Ci sono già presso il Comando del Corpo circa mille pistole nuove, pronte per essere date in dotazione. Ma alla stessa data potrebbe scattare il ricorso al Tar. «Aspettiamo la scadenza per presentarlo - annuncia Luigi Marucci -. Ci sono motivi di legittimità costituzionale ai quali ci appelleremo nel ricorso. In Europa non c’è nessuna polizia locale armata solo per difesa personale. Roma sarebbe l’unico caso». Alle associazioni dei vigili replica Fabrizio Santori, presidente della commissione comunale sulla sicurezza: «Con la delibera 99 abbiamo fatto un grosso passo avanti. Su certe cose i vigili potrebbero aver ragione, ma senza la riforma delle polizie locali non è possibile fare di più».

Manca una legge che equipara i vigili alla polizia e ai carabinieri. «Però non è vero che i vigili non possono difendere i cittadini» sostiene Santori: «Il regolamento prevede l’uso della mazzetta distanziatrice. Ma neppure la polizia può sparare, se non in casi estremi».

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