L’Arpal pubblica i dati della radioattività: qualcosa è cambiato

L’Arpal pubblica i dati della radioattività: qualcosa è cambiato

Dopo qualche giorno di silenzio, l’Arpal si muove. Sempre in silenzio, ma si muove. Ad esempio pubblicando sul suo sito i dati dei rilevamenti compiuti nell’aria a proposito del livello di radioattività a seguito dell’arrivo sull’Europa della nube dal Giappone. Quando Lorenzo La Face (lo studente genovese che con il suo strumento personale aveva rilevato dati in forte crescita il 27 marzo scorso) aveva incontrato i tecnici dell’Arpal, si era sentito dire che il suo contatore geiger era inattendibile e che non c’era motivo di fornire altre spiegazioni. Dopo l’articolo del Giornale che raccontava di quel picco di radioattività registrato a Genova in un giorno di pioggia, ancora silenzio.
Adesso sulla home page del sito dell’Arpal c’è un link contrassegnato con l’asterisco «new». Una nuova pagina dedicata al dopo Fukushima. Intanto c’è scritto che dal 21 marzo l’«Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca sull’Ambiente), che gestisce e coordina la rete nazionale di rilevamento della radioattività ambientale, ha chiesto di ampliare le misure sia per quantità sia per siti di rilevamento».
I dati liguri sono in rete, Arpal assicura che sono tutti assai al di sotto di qualsiasi limite di guardia. E nessuno lo ha mai messo in dubbio. Ma anche le cifre ufficiali indicano che qualche variazione c’è stata. Il 27 marzo, giorno del «picco» registrato da La Face, continua a non essere citato, ma dagli 0,000053 Becquerel del 26 marzo, si passa agli 0,000190 del 28. In più, proprio il lunedì 28 è l’unico giorno in cui i dati Arpal segnalano un’«incertezza» pari a 0,000145, cioè il dato potrebbe essere addirittura doppio. «Ripeto che non ho segnalato un motivo di allarme - spiega Lorenzo La Face - Chiedevo solo conferma della variazione significativa in quei giorni. Da allora ho registrato valori molto più bassi anche se superiori alla norma». La nube potrebbe aver esaurito gli effetti, o forse occorrerà attendere la prossima pioggia.

In attesa di qualche approfondimento, anche il sito dell’Irsn, l’Institut de radioprotection et sureté nationale, certifica come in Francia si siano registrati valori fuori norma proprio il 28 marzo, un giorno dopo rispetto a Genova. Le variazioni in quel caso sono state un po’ più significative.

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