L’«arpasto» di Cesare e la furia britannica

L’«arpasto» di Cesare e la furia britannica

«Diavolo» di un Aldo Spinelli. Da 20 anni nel calcio, dopo il «miracolo» Genoa, ora il commendatore del pallone sta portando avanti a Livorno un «progetto coerente». «Noi la scorsa estate abbiamo investito veramente - ha detto il presidente amaranto a 'Radio anch'io lo sport' - per acquistare giocatori, rinforzando soprattutto il centrocampo. Poi abbiamo due campioni fuori da ogni portata: Lucarelli ed Amelia». Inoltre, ha aggiunto Spinelli, «ormai io ho un po’ di esperienza, senza dimenticare i meriti di Donadoni».
Il Livorno può puntare all'Europa? «L'importante è non perdere la testa, restiamo concentrati sulle prossime partite, difficilissime, con Milan e Sampdoria. E ad accogliere i rossoneri nel migliore modo, con grande sportività, come loro ci hanno accolto a San Siro. Rispettando questo grande Milan, con grinta e corsa sul campo e fair play sugli spalti, affinchè sia una festa per le due tifoserie». Anche il presidente della Repubblica Ciampi partecipa del bel momento del Livorno: «Mi ha mandato un telegramma di auguri, lui ci osserva tutte le domeniche, mi ha promesso che verrà una volta a vederci prima della fine del campionato, ma con il Milan non potrà esserci». Come è avvenuta la conferma di Lucarelli, la scorsa estate parso ad un passo dall'addio? «Lo volevano in Inghilterra in Francia - ha ricordato Spinelli - abbiamo resistito ad offerte di molti milioni di euro, ma anche lui ha fatto delle rinunce per restare a Livorno, ha dimostrato amore per la maglia e di essere anche un grande capitano».
Quanto a Marco Amelia, secondo Spinelli ormai «merita la nazionale. Quest'anno ha avuto una maturazione incredibile, para l'imparabile, ieri ha fermato in modo strepitoso il Palermo due volte, con una sicurezza eccezionale, ha grande tecnica anche grazie al nostro preparatore dei portieri».
La serie A è affollata di squadre toscane e questo per il presidente del Livorno «è uno stimolo in più a fare bene, solo la Fiorentina ci sta rubando un po’ la scena, ma lì abbiamo perso immeritatamente». Al presidente sono arrivati anche i complimenti di Diego della Valle: «Lui è nel calcio da poco tempo, io da maggio del 1985, ho preso tante di quelle fregature... alla fine qualche cosa ho imparato».


Grande la stima di Spinelli nei confronti del tecnico, Roberto Donadoni: «Ha molto di Sacchi e Capello, ma anche di Bagnoli, che a suo tempo avevo voluto al Genoa, sa gestire il parco giocatori senza dimenticare l'umiltà ed il carattere, quando ci vuole: ieri ha strigliato i ragazzi nell'intervallo ed i risultati si sono visti». È pronto per una grande piazza? «Lui sta cosa deve fare. Il grande salto? gli allenatori non si devono bruciare, ma quando sarà il momento seguirà le orme di grandi come Ancelotti, Sacchi e Capello».

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