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L’arsenale iraniano degli Hezbollah sorprende e preoccupa l’intelligence

La nave israeliana colpita al largo di Beirut da un missile e i lanci contro Israele dimostrano che i guerriglieri hanno armi più sofisticate del previsto. Oltre 12mila i razzi a disposizione

Andrea Nativi

Gli hezbollah sono in gamba e hanno armi che, se non possono essere definite sofisticate, sono peraltro temibili e, soprattutto, sono utilizzate in modo ingegnoso. In particolare l’attacco condotto qualche giorno fa contro la motovedetta israeliana ha certamente rappresentato una spiacevole sorpresa per i comandanti della Marina e per l’intelligence (e probabilmente qualcuno ne dovrà rispondere) e getta un’ombra minacciosa sulle operazioni di evacuazione dei civili occidentali dal Libano. Le apprensioni riguardano le navi da guerra statunitensi e in misura minore quelle britanniche. A Washington la preoccupazione è notevole. Intendiamoci, non si tratta probabilmente di missili antinave da difesa costiera, anche se qualcuno parla di missili cinesi, come i C-802 forniti all’Iran e prodotti anche localmente, ma queste sono armi grandi, pesanti e di non semplice impiego. La nave israeliana invece è stata verosimilmente colpita da un missile, forse anticarro, oppure da un piccolo Uav, un velivolo senza pilota. E la corvetta, che non era a più di 5-6 chilometri dalla costa, è stata centrata senza aver avuto la possibilità di difendersi con efficacia. Se gli hezbollah avessero raggiunto il bersaglio con un C-802 la corvetta sarebbe probabilmente affondata.
Altrettanto ingegnose le tecniche che Hezbollah ha utilizzato per distruggere alcuni dei super protetti carri armati israeliani Merkava. Quanto ai razzi di artiglieria lanciati contro i centri abitati israeliani, si tratta di armi rozze, non guidate, con testate ad alto esplosivo a frammentazione, che però sono utilizzati al meglio, sia a livello tattico, sia strategico. Evidentemente il “Partito di dio” ha scelto da tempo cosa colpire, calcolato le traiettorie necessarie per raggiungere i bersagli, ha assegnato agli «artiglieri» postazioni di lancio abbastanza vicine al confine per aumentare la gittata utile, ma collocate in modo tale da risultare utilizzabili nonostante la sorveglianza israeliana. E c’è chi pensa che a ogni gruppo di fuoco siano state fornite anche «tabelle di tiro» predeterminate. Non c’erano invece dubbi sul fatto che almeno da tre-quattro anni i guerriglieri sciiti avessero ricevuto dalla Siria e soprattutto dall’Iran anche razzi a lunga gittata. L’incertezza riguardava solo il tipo, le caratteristiche e il numero di questi razzi. Per fortuna delle armi pesanti a lungo raggio come i Fajir-3 e 5 sono poche. L’arsenale di Hezbollah comprendeva tra i 12 e i 15mila razzi prima dell’inizio del conflitto. Finora ne sono stati impiegati circa 1.500, quindi i guerriglieri possono continuare ancora a lungo i bombardamenti. Che si prestano a due considerazioni: la prima riguarda l’incapacità israeliana di impedirli, la seconda che i razzi in questione provocano relativamente poche vittime, danni e distruzioni. Queste armi per risultare davvero efficaci dovrebbero essere impiegate in modo massiccio, con attacchi di saturazione concentrati.

Una singola batteria di lanciarazzi multipli può sparare in mezz’ora tutti i razzi che gli hezbollah lanciano in 24 ore e con una precisione superiore. Ma ovviamente ai guerriglieri non serve niente del genere per raggiungere il proprio scopo: provocare il panico nella popolazione israeliana.

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