L’«arte» dei writer ci costa cara

L’«arte» dei writer ci costa cara

(...) accompagnare un restauro. «Di norma - spiegano all’Ufficio Decoro Urbano del Comune - su marmo e pietra si interviene con l’idrosabbiatrice, macchina che inevitabilmente scava un poco la superficie. Quando ci si trova di fronte a monumenti o opere, perciò, occorre l’intervento di un tecnico della Soprintendenza, che fornisca indicazioni per la cancellazione». Ciò, ovviamente, aumenta la spesa. «Il costo medio di un operatore - proseguono - è sedici euro l’ora, cui occorre aggiungere un 30 per cento in più per straordinari e festivi. Altri dieci euro sono la spesa di uso della macchina. Sul costo finale incide la difficoltà dell’intervento, determinata da estensione ed altezza dell’opera, necessità di eventuali impalcature e tipologia di vernici usate, che ora i writers preferiscono metalliche e brillanti. Bisogna tenere conto anche del tempo: si pulisce un metro quadro l’ora, ma dopo un massimo di due, gli operatori devono fermarsi perché si tratta di interventi faticosi. In media, una squadra di quattordici unità può pulire circa trenta/quaranta metri quadri al giorno. Non di più. Il costo della pulizia su superfici dure è venti euro al metro quadro, ma sale a quaranta quando, come prevede la nuova normativa, si copre la parte con vernice speciale per impedire la realizzazione dei graffiti. Su pareti a stucco si scende a dodici euro al metro quadro, da raddoppiare con il trattamento anti-vandali».
La zona più colpita dai graffiti è quella di Ponte Milvio-Faminio, cuore della nuova movida capitolina. A pagare lo scotto maggiore è proprio il Ponte. Alle tante dichiarazioni sentimentali si è aggiunta l’ultima bravata: una lettera d’amore scritta con bombolette spray bianche e rossa, decorata con cuori, realizzata sulla pavimentazione per tutta la sua lunghezza. «Gli interventi sui sampietrini sono difficili e rari. Non si effettuano quasi mai, confidando nel movimento delle auto che con il tempo cancella la vernice. Il passaggio dell'idropulitrice costerebbe venti metri al quadro. Sui marciapiede si scende a quindici, perché si usa una vernice color catrame che non toglie le scritte ma le copre». Sul Ponte, però, non passano auto né l’idropulitrice, così il lungo graffito rimane. Scritte sono pure sul piedistallo dell’Immacolata, opera ottocentesca di Domenico Pigiani. Tag multicolore coprono le mura dell’antico oratorio di Sant’Andrea, in via Flaminia, senza rispetto per sacralità del luogo e dei suoi simboli: a stento è stata «risparmiata» la croce in ricordo dell’Anno Santo. A ridurre i danni sul Cubo di Mario Ceroli, in viale Tiziano, è solo la sua altezza: i graffiti si limitano alla base per l’obiettiva difficoltà di raggiungerne la cima. Non solo Flaminio. La situazione peggiora al Parco delle Sculture, in via dei Gordiani. Le sei opere d’arte contemporanea, poste qui per combattere il degrado della zona, sono diventate le superfici predilette dai vandali per i propri lavori. Dai marmi ai bronzi, tutte sono coperte da graffiti e, laddove la superficie non lo consente, come nel caso della creazione in metallo e vetro di Costas Varotsos, le istallazioni sono gravemente danneggiate. Non mancano vandalismi più comuni, come quelli sui palazzi, che hanno come new entry i tratti di Lungotevere più lontani dal Centro.

«Il regolamento generale edilizio del Comune - ricordano all’Ufficio Decoro - specifica che i proprietari dei palazzi sono obbligati a mantenere in buono stato prospetti e fronti, togliendo, nel più breve tempo possibile, iscrizioni o imbrattamenti, anche arbitrariamente fatti da altri. Pena, sanzioni che vanno da cinquanta a trecento euro». Oltre al danno la beffa.

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