Cronaca locale

L’arte del Monumentale rivive in 100 scatti d’autore

Selezionati i migliori click per il concorso sul cimitero più amato dai milanesi. Gallera: «È un museo a cielo aperto»

«Monumentale. Museo a cielo aperto». Un concorso di fotografia rivolto a professionisti e semplici amatori, ma soprattutto un modo per far conoscere a cittadini e turisti l’enorme patrimonio artistico conservato nel cimitero più caro ai milanesi. Quasi mille gli iscritti che hanno ottenuto il permesso per entrare e scattare fotografie a edicole, sculture, monumenti. Oltre un migliaio alla fine le fotografie in formato professionale 30x40 consegnate per partecipare alla competizione promossa dall’assessore ai Servizi funebri e cimiteriali Giulio Gallera con la collaborazione di Ascofoto.
«Da tutte le fotografie - spiega Gallera -, espressione di abilità e tecniche diverse, è emersa con forza e con chiarezza una verità fondamentale: il Monumentale non è solo il luogo del ricordo e della commemorazione dei defunti, ma è allo stesso tempo uno spazio dell’arte e della bellezza senza uguali per numero e tipologia di opere, soprattutto scultoree, che dietro forme e immagini fortemente evocative, celano la mano e il nome di grandi artisti del passato e del presente».
Ora la giuria costituita dal presidente Gianni Berengo Gardin, dal fotografo Paolo Liaci, dalla professoressa Giuliana Scimè, docente di Storia della fotografia, da Cesare Colombo che ha recentemente allestito la mostra Anni ’50 a Palazzo Reale e dall’assessore Gallera ha selezionato i migliori scatti. Prima cento, poi dieci tra cui scegliere il vincitore. Impresa impossibile. Alla fine in sei saranno premiati ex aequo, mentre per gli altri quattro ci sarà una segnalazione. Tutte e cento le foto, invece, saranno raccolte in un catalogo e presentate in una mostra allestita al Monumentale per la Seconda giornata europea dei musei a cielo aperto organizzata per il prossimo 5 giugno. Occasione in cui al Famedio si svolgerà la cerimonia finale con la premiazione. «Donne bellissime - scrive Scimè nell’introduzione al catalogo -, giovani corpi maschili, tutti seminudi e di prorompente vitalità, abbracci mistici non privi di erotismo, angeli di carnale parvenza sono un invito... A che cosa? A vivere la vita nella pienezza delle offerte,e attendersi nel regno del dopo la soluzione alle domande.

E quel tripudio di ori, di blu cobalto, di cascate di fiori in primavera che molti hanno sottolineato in immagini gioiose è simbolo di un rapporto che non si spezza, e restituisce, sovvertendone le consuetudini moralistiche, un luogo di dolenza alla umana percezione».

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