L’arte religiosa spiegata ai romani

Luoghi di culto ma anche scrigni preziosi. Le chiese di Roma sono per turisti e appassionati d’arte un immenso tesoro da ammirare. Solo i romani, spesso distratti, perdono il gusto di fermarsi di fronte a capolavori che incontrano frequentemente nella vita di tutti i giorni. Ora la Soprintendenza per il patrimonio storico artistico del Lazio, diretta da Rossella Vodret, vuole porre rimedio a questa corriva abitudine. La soluzione? Installare nelle chiese della città didascalie e pannelli illustrativi per raccontare la storia di questi luoghi di culto e descriverne i tesori artistici.
Il progetto, realizato anche grazie al sostegno della Coldiretti, riguarderà per prime le chiese di Santa Prassede e di San Pietro in Vincoli nel rione Monti e quelle di San Giovanni dei Fiorentini, Santa Maria dell’Anima e San Salvatore in Lauro nel rione Ponte. L’impegno dei funzionari della Soprintendenza ha permesso, tra l’altro, il coinvolgimento dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Gli studenti della cattedra di Beni Culturali e Ambientali collaboreranno infatti con la sezione didattica della Soprintendenza nell’elaborazione dei materiali illustrativi.
«Da tempo - spiega la soprintendente Vodret - è forte l’esigenza di rispondere alla curiosità di cittadini e turisti nei confronti dell’immenso patrimonio storico e artistico che si trova nei luoghi di culto romani. Molti, troppi, passano davanti a capolavori straordinari ignari di cosa stanno vedendo.

Non tutti sanno, ad esempio, che le cappelle funebri di Santa Maria dell’Anima sono decorate da dipinti di Carlo Saraceni, Girolamo Siciolante da Sermoneta e Giulio Romano. Pochi conoscono inoltre l’iconografia di opere d’arte che furono pensate per parlare ai fedeli con un linguaggio che oggi purtroppo risulta spesso incomprensibile».

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