Con l’arte spagnola del Novecento l’Action panting diventa «mediterranea»

Si è inaugurata da alcuni giorni negli spazi espositivi dell'Istituto Cervantes una retrospettiva intitolata «Percorsi per l’arte spagnola». L’esposizione è curata da José M. Baraja che ha inteso in questo modo mettere insieme un gruppo di opere pittoriche facenti parte della prestigiosa collezione Marifí Plazas Gal di Fernando Gallego
Questa esposizione, presentata adesso nella capitale, rappresenta un’occasione più unica che rara per ammirare i maestri spagnoli. Rappresenta infatti un’esclusiva per l’Italia. Dal 2 novembre i capolavori della collezione Marifi Plazas Gal saranno definitivamente collocati negli sapzi del Museo regional de arte moderno di Cartagena.
Sono in mostra 25 importanti lavori dei cinquanta di cui si compone la collezione. Un numero sufficiente, comunque, per offrire una inedita ed esaustiva panoramica dell’arte spagnola del XX secolo, ripercorrendone le principali espressioni artistiche.
È una selezione di primaria importanza con artisti come Manuel Viola, protagonista dell’astrattismo o José Guerriero legato all’Action painting di matrice mediterranea. Oltre a Francisco Bores e Hernando Viñes, autori della Scuola di Parigi che aprono il percorso espositivo, possiamo poi trovare esponenti della Scuola di Vallecas, della Nuova figurazione madrilena fino alle più recenti vicende degli anni Ottanta e Novanta.
Spiccano i due gruppi artistici che videro «l’età dell’oro» del movimento informale spagnolo: Dau al Set fondato nel 1948 e profondamente legato alle correnti europee di rinnovamento post-avanguardie storiche, dove si affermerà Antoni Tápies di cui è presente l’opera «Petit velours rouge» del 1965; e El Paso costituitosi nel 1957 e a cui appartengono le diverse opere di Antonio Saura.
Sono esposti anche Eduardo Arroyo, autore figurativo fortemente critico verso la società franchista e Manolo Valdés, componente del movimento Equipo cronica.
Completano l'esposizione Menchu Lamas, José Manuel Broto, Ferrán Garcìa Se villa, José Manuel Ciria, Hilario Bravo, Antonio Quirós, Rafael Canogar, Antonio Clavé, José Paredes Jardiel, Eusabio Sempere, Luis Feito, Luis Gordillo Juan Genovés, Manuel Hernàndez Mampò eLucio Muñoz.


«Una raccolta d’arte, contemporanea o no, è come una sinfonia» scrive in catalogo Marcos Ricardo Barnatán parafrasando il grande collezionista Thyssen-Bornemisza che la definì una «radiografia dell’anima» del suo proprietario.
Istituto Cervantes, piazza Navona 91. Orario: da martedì a domenica 16-20. Ingresso libero.\

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