«Siete ormai troppo bravi per rimanere in Italia. Arrivati a questo punto, non potete fare altro che confrontarvi con il resto del mondo». Un paio di anni fa, Manuel Agnelli e i suoi Afterhours hanno preso alla lettera il suggerimento-sfida dell'amico-produttore Greg Dulli (il rocker già leader degli Afghan Wings, oggi nei Twilight Singers) e dopo un ventennio di onorata carriera si sono messi alla prova confezionando, prima, la versione in lingua inglese dell'album «Ballate per piccole iene» e, poi, portando in giro per gli States e per l'Europa il proprio rock'n'roll a base di melodia e rumore, sperimentazione e ironia.
Missione compiuta. E, in fondo, non c'è da sorprendersi. Se il bistrattato rock italiano è diventato con gli anni sempre più credibile (e meno provinciale), il merito va anche e, forse, soprattutto alla band milanese. Una tra le più autorevoli realtà dell'intero panorama nazionale.
Lascesa del rock targato Afterhours
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