Ci siamo. La nuova ondata di influenza è dietro l’angolo: sono già 20mila le persone colpite dal virus e si prevede un picco dei contagi nell’ultima settimana di gennaio. Per questo l’Asl sprona a vaccinarsi chi non l’ha ancora fatto. I medici quest’anno hanno promosso una nuova campagna per invitare i soggetti a rischio a chiedere l’antivirus anche a gennaio. Non è tardi, i tempi «tecnici» perché il vaccino faccia effetto ci sono: ci vogliono un paio di settimane prima che diventi pienamente attivo, giusto in tempo per farsi trovare protetti al momento della diffusione massima. Quindi chi non si è vaccinato a ottobre è ancora in tempo.
L’obbiettivo non è certo, come qualcuno ha pensato, quello di far fuori le scorte di vaccino trifasico rimaste inscatolate nei magazzini, sul groppone delle Asl. «Il vaccino - spiega il direttore sanitario dell’Asl Giuseppe Zavaglio - fa effetto anche se somministrato ora. Non abbiamo certo indetto la campagna per le vaccinazioni perché dobbiamo consumare le scorte non utilizzate. Ma semplicemente per proteggere dall’influenza i soggetti a rischio». I vaccini ancora disponibili sono circa 30mila e le persone già rese immuni sono l’82% dei soggetti a rischio.
L’Asl si è mossa dopo aver ricevuto la circolare della Regione Lombardia, con la quale l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani chiede di sorvegliare e tenere sotto controllo la diffusione dell’influenza. «Lo ha detto anche l’istituto superiore di sanità» puntualizza Zavaglio. Il piano Asl consiste nell’apertura a pieno regime delle undici sedi vaccinali: i medici invitano a controllare indirizzi e orari di apertura sul sito www.asl.milano.it.
L’andamento del virus è già scritto: con l’apertura delle scuole la diffusione comincia ad impennare per arrivare al picco massimo nell’ultima settimana del mese. Anche a febbraio ci si aspettano numerosi casi e non sarà nemmeno trascurato il colpo di coda di marzo. In sostanza, si pensa che quest’anno i contagi siano lievemente superiori rispetto alla passata stagione. A confermarlo sono i dati nazionali: in Italia si registrano 3,79 casi ogni mille abitanti, un po’ di più rispetto allo scorso inverno. «Riteniamo quindi sia corretto prolungare la nostra campagna di vaccinazione, anche in ragione delle notizie che sono arrivate dalla Gran Bretagna – spiega Giorgio Ciconali, direttore servizio igiene e sanità pubblica dell’Asl di Milano – I casi inglesi di H1N1, con complicanze più gravi, si stanno manifestando in persone giovani affette da patologie croniche. Tutto ciò ci suggerisce che, anche in questo periodo di attesa del picco di contagi, il ricorso alla vaccinazione sia, per i soggetti a rischio, il percorso più sensato da seguire».
Per verificare quanti casi saranno effettivamente influenza A o del ceppo australiano che circola quest’anno, è già pronta la macchina sanitaria: il tampone e i prelievi sui pazienti sospetti saranno analizzati dal centro virologico dell’università agli Studi e i risultati saranno inviati immediatamente al dipartimento epidemiologico dell’Asl.
Per i 60enni l’Asl ricorda che esiste il vaccino intradermico, un sistema di micro-iniezione che inietta il vaccino nello strato superficiale della cute.
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