L’assassino dei due fratelli potrebbe uccidersi in carcere

Ha passato le prime due notti in cella guardato a vista Riccardo Bianchi, reo confesso degli omicidi di Ilaria e Gianluca Palummieri. Il pm Cecilia Vassena teme infatti possa uccidersi, andando a ricomporre quel «triangolo» con i due fratelli e ha raccomandato alla polizia penitenziaria la massima attenzione. Oggi il ragazzo sarà interrogato dal gip Stefania Donadeo che per l’ennesima volta proverà a chiedergli «Perché hai ucciso?».
Una domanda riecheggiata più volte nel corso delle 12 ore di interrogatorio in questura, rimasta però sempre senza risposta. «Non lo so» ha continuato a ripetere. Riccardo, 21 anni, sa solo di aver passato una notte con Gianluca, 20 anni, e un terzo coetaneo in giro a bere. Poi, accompagnato a casa l’amico, verso le 5 del mattino si ritrovano a Cesano Boscone completamene ubriachi. Qui forse una discussione, forse Gianluca chiede a Ricky di lasciare in pace la sorella Ilaria, 21 anni, con cui ha una tormentata relazione più volte interrotta in passato e finita, pare definitivamente, un mese fa. Gli amici dei due fratelli dicono infatti che il ragazzo fosse molto protettivo nei confronti della sorella, soprattutto visti i travagliati rapporti con il padre. Che li aveva portati l’anno scorso, dopo la morte della madre, a lasciare il genitore e ad andare a vivere insieme in un trilocale al quinto piano di via Gozzoli 160.
A Cesano avviene una sorta di «black out» nella mente di Bianchi che accoltella a morte l’amico fraterno, carica il corpo in auto, e si reca dalla ex fidanzata. Suona la porta all’alba, sale e confessa l’omicidio. Lei reagisce, lui l’aggredisce e la lega al letto. Più tardi verrà trovata con i polsi stretti con una corda, lividi sulle caviglie e una cavo elettrico a terra, evidentemente usato per bloccarle le gambe. Poi la violenta, la tormenta, anche se sul suo corpo non sono trovate tracce di un particolare accanimento, per quasi 12 ore. Tra le 17 e le 18 la uccide stringendole un sacchetto di plastica in testa. «Ormai non potevo fare altro» dirà agli investigatori. Rimane a vegliarla fino alle 23 poi scende per sbarazzarsi del corpo di Gianluca, abbandonato a Rho. Infine il ritorno a casa. I genitori capiscono che è successo qualcosa di grave e lo portano dalla polizia.
Una vicenda allucinante. Protagonista un ragazzo che ha agito in preda a un unico lungo raptus di follia durato oltre 24 ore. E che potrebbe dunque non essere ancora finito. Quello tra lui e i due fratelli era una sorta di triangolo che Riccardo ha mandato in frantumi e ora può ricomporre in un solo modo: togliendosi la vita. Un epilogo molto frequente in questo tipo di delitti.

Per questo il magistrato, dopo averlo spedito a San Vittore con l’accusa di duplice omicidio e stupro, ha raccomandato alla polizia penitenziaria la massima attenzione. Appena si sveglierà dal suo incubo, Ricky potrebbe tentare di raggiungere per sempre gli amati «Ila» e «Gianluca».

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