Nel piccolo spicchio di città compreso tra Loreto e la stazione Centrale, tutti si ricordano di Maria Teresa. Nata e cresciuta in via Venini, era tornata nel quartiere dopo essere rimasta vedova. Se la ricordano elegante, cordiale, con la sua adorata Amélie Sophie a guinzaglio. E i tanti gioielli che amava indossare e che forse sono stati la causa della sua morte. Quando è stata trovata senza vita oltre agli abiti le erano infatti stati tolti anche collane, orecchini, il costoso orologio da polso. Le era rimasto solo un bracciale
Una donna dalla vita trasparente, almeno fino a martedì mattina, poi succede qualcosa di terribile nella vita di Maria Teresa Procacci, 69 anni. Qualcosa che la porterà a morire, colpita alla fronte da un corpo contundente, allinterno della sua vettura, una Hyundai Accent blu, trovata chiusa a chiave allangolo tra viale Sarca e via La Farina. La donna si era sentita con il fratello Giuseppe, 65 anni, la sera di lunedì per salutarlo: il giorno dopo sarebbe partita per una breve vacanza nellagriturismo di una coppia di amici in Toscana. E in effetti martedì mattina prepara le valige mette la sua femmina di «carlino» Amélie in auto per portarla da amici che lavrebbero accudita in sua assenza. E sparisce. Il fratello la cerca, ma gli amici toscani dicono di non averla ancora vista.
La ritrovano alle 19 senza vita. Ma anche senza abiti, una decisione dellassassino tutta da capire, senza la cagnolina, che nessuno sa ancora dove sia finita, ma soprattutto senza i suoi gioielli. Quelli non mancavano mai, come ricordano gli amici e i conoscenti del quartiere dove era tornata a vivere una decina di anni fa. Maria Teresa infatti lascia la casa di famiglia quando si sposa, per poi tornarci nel 1999 vedova e senza figli. Nove anni passati con il padre in via Venini 38/2 poi nel 2008 anche lui muore e lei si trasferisce in via Lumière 5 per dar modo di ristrutturare lappartamento. Uno dei tanti di proprietà, visto che la donna, già di buona famiglia, aveva sposato un uomo agiato. Il benessere le consentiva una intensa vita sociale. Moltissimi amici e tanti viaggi, soprattutto in Francia, che lei amava particolarmente, non a caso aveva chiamato la sua «carlina» Amélie Sophie, e dove si recava spesso in vacanza. Lei parlava bene la lingua, ma se la cavava anche con linglese. Qualcuno in via Venini la ricorda al cellulare conversare amabilmente in entrambe le lingue.
Insomma una donna colta e raffinata. Sempre impeccabile, elegante e soprattutto ingioiellata. «Magari era solo bigiotteria, ma indossava sempre collane, bracciali e anelli. E portava spesso anche un prezioso orologio da polso» ricorda ora una negoziante della via. Ma quando è stato trovato il corpo, non cera più nulla: addosso solo mutande e canottiera. La polizia ora esclude il movente passionale ma anche la rapina perché la casa era chiusa e in ordine e la borsa è stata trovata con soldi e cellulare. Ma i gioielli spariti lasciano sospettare qualcosaltro.
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