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L’assessore Montaldo «commissariato» dal governatore

L’assessore Montaldo «commissariato» dal governatore

L’assessore regionale Claudio Montaldo praticamente «commissariato» dal suo capo, il governatore Claudio Montaldo: è quanto è apparso molto chiaro, anche se a sorpresa (soprattutto per i colleghi di giunta e la maggioranza di centrosinistra), ieri mattina in consiglio regionale, dove le pratiche più significative e delicate, relative alla Sanità ligure, sono state tutte rinviate a martedì prossimo, quando verranno trattate da Burlando in persona.
E non si tratta di roba da poco: innanzi tutto, la richiesta del Pdl, a cominciare dal capogruppo Matteo Rosso, a proposito dell’approvazione di delibere della Asl «per spese aggiuntive di staff e personale non sanitario». Inoltre: l’istanza del consigliere Lorenzo Pellerano, Lista Biasotti, per discutere una interrogazione sul trasferimento degli uffici della Asl 3, oggi in via Bertani e via Cinque Maggio, in un nuovo immobile a Sampieradarena, via Degola. Un «trasloco» che comporterebbe una spesa di ben 17 milioni di euro, troppi - a giudizio di Pellerano - per le esauste casse della Regione.
Niente: Montaldo ha dato forfait: «Risponderà direttamente Burlando» è stata l’affermazione lapidaria dell’assessore alla Salute dei liguri, mentre i consiglieri interroganti sgranavano gli occhi, ma non potevano fare altro che adeguarsi. «L’ennesimo sintomo di disagio nella giunta e nella maggioranza» commentava Rosso, in sintonia con Pellerano.
In compenso, si è riusciti a «stanare» Montaldo sul problema degli spot pubblicitari della stessa Asl 3 che tante polemiche avevano creato in campagna elettorale, in quanto si configuravano a tutti gli effetti - ha insistito anche ieri l’opposizione - in una promozione a favore del centrosinistra. Al riguardi l’assessore, sollecitato a chiarire da Pellerano e dal consigliere leghista Edoardo Rixi, ha scaricato la responsabilità dell’iniziativa sulla Asl e, in particolare, sul direttore, la dottoressa Canini, che fra l’altro compariva in prima persona negli spot televisivi. «Si è trattato di una iniziativa del tutto autonoma - ha sottolineato Montaldo -. Nulla di politico, solo un servizio di comunicazione ai cittadini», costato peraltro oltre 400mila euro sui 650mila previsti.

«Difficile dar credito alle parole dell’assessore» hanno replicato i consiglieri di minoranza. Anche perché, a seguito delle proteste, a suo tempo l’Agicom aveva sospeso la campagna promozionale. Giudicandola impropria.

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